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“Questa quarantena mi mancherà”, c’è chi teme la riapertura e non ha paura di ammetterlo

Immagine di copertina
Credit: ANSA/NICOLA FOSSELLA

“Questa quarantena mi mancherà”

Sono pochi ad ammetterlo ma sui social iniziano a spuntare coraggiosi messaggi di alcuni utenti che scrivono “Questa quarantena mi mancherà” e ancora “Sta iniziando anche a piacermi”. Perché se è vero che sono tante le persone insofferenti di questo isolamento forzato in casa è altrettanto vero che per altre persone questa condizione può avere portato a una maggiore tranquillità dalla frenesia dell’ordinaria routine.

Il tema è stato affrontato dallo psicologo e psicoterapeuta Federico Ambrosetti in un’intervista di Mashable Italia.”Se per molti questo significa gestire, con difficoltà, la “mancanza” di qualcosa o l’accettazione di convivenze forzate e prolungate, per alcuni la quarantena può rappresentare, paradossalmente, una condizione capace di favorire uno stato di equilibrio mentale”, dice l’esperto rispondendo alle domande della giornalista Livia Liberatore.

“Successivamente a uno stato di disorientamento, tristezza e preoccupazione, percezioni comprensibili nella fase iniziale della quarantena, molti hanno progressivamente cercato di ricostruire una nuova routine quotidiana, fatta di gesti, azioni, momenti che, proprio perché ripetuti in maniera costante nei giorni, hanno assunto una funzione ‘rassicurante'”.

“Mi sto abituando troppo a stare a casa, ho paura che poi avrò ancora meno voglia di uscire”, si legge su Twitter. Secondo alcuni psicologi per assimilare una nuova abitudine ci vogliono 21 giorni. E la maggior parte degli italiani è in quarantena da quasi due mesi. “Ho avuto una crisi dopo la seconda settimana, ma ora ho raggiunto la pace”, scrive un altro utente. Ci sono anche persone che riconoscono di vivere una condizione non tanto diversa rispetto a quella antecedente al lockdown. “Per me non è cambiato molto. La mia vita più o meno tra social distancing e casa è sempre stata così anche prima, sono serena come prima”, si legge ancora su Twitter.

“Chi trova un equilibrio funzionale in questo periodo di restrizione è qualcuno che fa un buon uso della resilienza”, spiega lo psicologo Ambrosetti, “cioè la capacità di fronteggiare gli eventi negativi in maniera positiva e costruttiva, rintracciando nella condizione apparentemente spiacevole alcune opportunità non solo di sopravvivenza, ma anche di sviluppo ed evoluzione della propria dimensione personale”.

“Quelli che prima delle restrizioni potevano essere momenti di condivisione in una giornata piena di impegni, oggi diventano veri e propri riti. Il pasto, la pulizia domestica, l’igiene personale, lo studio, lo svago, la videochiamata con parenti o amici. Tutti momenti che si “ritualizzano” acquisendo sostanzialità e pregnanza”, continua l’esperto.

Alcune persone hanno sviluppato una sorta di inquietudine per il dopo quarantena e ci sono italiani spaventati del ritorno alla normalità. “L’impatto che questa emergenza sta avendo a livello economico è sotto gli occhi di tutti. L’ansia del futuro è assolutamente giustificata e ognuno di noi deve comprendere che è assolutamente normale rispetto a ciò che stiamo vivendo”, spiega a Mashable Italia Francesco Minelli, psicologo e psicoterapeuta.

Leggi anche: 1. Psicopandemia: la paura del Coronavirus e gli effetti psicologici su tutti noi/ 2. Coronavirus, le conseguenze psicologiche dell’isolamento forzato/ 3. Lo psichiatra: “Di fronte al Coronavirus i malati si sentono più ‘normali’ e i ‘normali’ si sentono malati”
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