Olga Tokarczuk, chi è la vincitrice del premio Nobel per la letteratura 2018
La vincitrice del prestigioso riconoscimento è una delle scrittrici polacche più acclamate della sua generazione
Olga Tokarczuk, chi è la vincitrice del premio Nobel per la letteratura
Olga Tokarczuk è la scrittrice che si è aggiudicata il premio Nobel per la Letteratura 2018, proclamato quest’anno insieme al vincitore dell’edizione 2019, Peter Handke.
Olga Tokarczuk: chi è
Olga Tokarczuk è una delle autrici polacche più acclamate e popolari della sua generazione.
Nata nel 1962 a Sulechów, in Polonia, da madre insegnante e padre bibliotecario, forma la sua passione e coscienza letteraria proprio in biblioteca, dal papà, dove divora tutte le letture che riesce a procurarsi.
Dopo aver studiato psicologia all’Università di Varsavia, debutta come scrittrice di narrativa nel 1993 con Podróz ludzi Księgi (Il viaggio del libro) ambientato tra la Francia e la Spagna del XVII secolo, dove i personaggi ricercano un misterioso libro tra le montagne dei Pirenei.
L’opera ha ricevuto il Polish Publisher’s Prize come come migliore opera prima di narrativa.
Chi è Olga Tokarczuk: le opere della vincitrice del Nobel per la letteratura
Il vero successo del premio Nobel per la letteratura Olga Tokarczuk è arrivato con il romanzo pubblicato nel 1996, Prawiek i inne czasy (edito in Italia nel 1999 con il titolo Dio, il tempo, gli uomini e gli angeli), una saga familiare che si snoda tra diverse generazioni in un’ambientazione immaginaria che ha però molti aspetti in comune con la realtà, e con il passato della Polonia.
La narrazione attraversa infatti tutta la storia polacca del 20esimo secolo, ed è considerata un eccellente esempio di letteratura prodotta dopo il 1989, che resiste al moralismo e scavalca la rappresentazione classica dell’identità nazionale.
Tokarczuk ha affermato che l’opera è il suo tentativo personale di scendere a patti con l’immaginario comune del passato.
L’autrice premio Nobel ha prodotto altri 14 romanzi, tra cui Casa di giorno, casa di notte, pubblicato in Italia nel 2017 e Che Guevara e altri racconti, un insieme di storie in cui i personaggi conducono una vita monotona e si rifugiano nella fantasia, in bilico tra rassegnazione all’odierno e desiderio di spingersi oltre.
Bieguni (edito in Italia nel 2019 con il titolo I vagabondi) ha vinto nel 2008 il premio Nike, tra i più importanti riconoscimenti della letteratura in Polonia, e nel 2018 il Man Booker International Prize, in passato andato a scrittori del calibro di Alice Munro, David Grossman e Philip Roth.
Secondo la critica, l’opera più importante prodotta da Olga Tokarczuk finora è l’impressionante romanzo storico Księgi Jakubowe (I libri di Giacobbe), edito nel 2014, in cui l’autrice racconta la storia di Jacob Frank, leader di una setta di ebrei eretici vissuto tra la fine dell’impero ottomano e l’inizio di quello austroungarico.
Proclamato dai seguaci come il nuovo messia che avrebbe unito ebrei, cristiani e musulmani, il personaggio di Jacob Frank ha mille volti: è affascinante, mistico, ribelle, manipolatore e imbroglione, e Olga Tokarczuk lo descrive in 1000 pagine attraverso le storie dei personaggi che gli ruotano intorno.
L’opera è considerato un tentativo inedito di raccontare un periodo di storia europea poco esplorato dalla letteratura classica.