A Napoli un corrimano per raccontare un incantevole panorama ai non vedenti
L'idea è di un artista napoletano di nome Paolo Puddu che ha progettato un corrimano realizzato con caratteri Braille
“Follow the shape”, segui la forma. A Napoli si può apprezzare la bellezza attraverso il turismo accessibile, perché emozioni, paesaggi e sentimenti possono finalmente arrivare a tutti.
L’idea è di un artista napoletano di nome Paolo Puddu che ha progettato un corrimano realizzato con caratteri Braille.
Il corrimano si affaccia su una delle tante viste mozzafiato di castel Sant’Elmo, praticamente una delle colline da sogno che ammira i paesaggi più incantevoli d’Italia.
Non tutti però possono godere allo stesso modo di tanta bellezza, ed è per questo motivo che l’artista Puddu ha utilizzato i caratteri Braille per permettere alle persone cieche la descrizione del paesaggio. Caratteri più grandi del solito perché, come spiega l’autore, l’invito è quello a rallentare per fare attenzione ad ogni singola parola tratta da “La terra e l’uomo”, libro scritto nel ’47 dal geografo e geologo Giuseppe de Lorenzo.
Così l’isolotto di Megaride, i Campi Flegrei, il Castel dell’Ovo e la sirena Partenope, Capo Miseno e i profili di Capri, Ischia e Procida, e infine la stazza del Vesuvio ma anche tanto altro, sono adesso una conquista che dobbiamo festeggiare.
Certo, quello di Puddu è solo un primo passo, ma è importante perché sveglia le nostre coscienze e ci ricorda che la bellezza può e deve essere qualcosa di accessibile a tutti.
Cambiare la mentalità significa aumentare la qualità della vita di tutti, ampliare gli orizzonti e godere anche in modo diverso degli elementi, dando più risalto a un certo aspetto rispetto a quelli a cui siamo abituati.
Basta un semplice contatto, lo sfiorarsi delle dita contro il metallo riscaldato dal sole del golfo, per creare subito una magia.
“Paolo Puddu, classe ’86, ha fatto di un “confine” rappresentato dal suo corrimano una finestra che si affaccia sulla bellezza, rendendola accessibile anche alle persone cieche”, si legge su “Ultima Voce“.
Ed è così, bisogna sempre poter credere che nessun confine è mai finito.