L’italiano Luca Ceribelli è il nuovo campione mondiale di Pokémon: “Non ho mai saltato più di due giorni di scuola”
L’italiano Luca Ceribelli è il nuovo campione mondiale di Pokémon
È italiano il nuovo campione mondiale di Pokémon: si chiama Luca Ceribelli, ha 21 anni e proviene da Bergamo.
Domenica scorsa, infatti, il giovane ha vinto l’ultima edizione dei Pokémon World Championships nella sezione videogame Masters, in programma a Honolulu, nelle Hawaii, battendo in finale il giapponese Yuta Ishigaki.
Ceribelli, che si è aggiudicato un premio da 30mila dollari, ha raccontato al Corriere della Sera le emozioni provate dopo la vittoria.
Congratulations to Luca Ceribelli, your #PokemonVGC Masters Division World Champion! 🏆 #PokemonWorlds pic.twitter.com/Gvhcrt7GEm
— Play Pokémon @ #PokemonWorlds in Honolulu (@playpokemon) August 19, 2024
“Dedico questa vittoria ai miei amici, compagni di questa avventura: finita la partita mi sono lanciato dal palco in mezzo a loro” ha dichiarato il giovane che poi ha ringraziato la sua mamma e il suo papà: “E poi ai miei genitori, che non solo non mi hanno mai ostacolato in questa passione, ma anzi mi hanno sempre supportato. Guidando per chilometri, per portarmi ai tornei, e permettendomi a volte anche di saltare la scuola – ma solo un giorno o due, non di più – per poter coronare questo sogno”.
Parlando della scuola il 21enne ha affermato: “Ho un forte senso del dovere, sono sempre andato bene a scuola perché… è giusto così. Il patto con i miei è sempre stato questo. E non sono mai venuto meno, andare male a scuola è una cosa che non concepisco. Anche adesso. Appena tornato in Italia, smaltita la sbornia, devo mettermi a scrivere la tesi: a fine ottobre mi laureo alla triennale. Poi magari mi riposo un po’ prima di decidere cosa fare per la magistrale: sono mesi che sto correndo, per laurearmi e per arrivare preparato ai Mondiali”.
Per arrivare alla vittoria c’è voluto grande sacrificio: “Diciamo che molti degli ‘allenatori’ giocano praticamente sempre. Anch’io lo faccio, ma a un certo punto smetto, perché mi fa paura il rischio di esagerare e perdermi altre cose della vita. È un po’ come accade con i social network, creano dipendenza e io sono figlio della mia generazione: caderci dentro è molto facile. Quindi cerco di darmi delle regole ferree. E credo che siano state anche queste ad aiutarmi ad arrivare qui”.
Luca Ceribelli, infine, conclude: “Noi italiani siamo svantaggiati perché da noi i tornei di Pokémon sono equiparati ancora al gioco d’azzardo e dunque non possono elargire denaro. I ragazzi di altri Paesi si pagano le trasferte con i premi vinti durante l’anno. Io ho dovuto arrangiarmi, abbiamo preso una stanza dove dormiamo in sei. Ma va bene, anzi benissimo così: sono stato con i miei amici e se ho vinto è anche grazie a questo”.