Il codice fiscale: come si calcola e quando serve
Il codice fiscale è uno dei documenti più richiesti e utilizzati nella vita di tutti i giorni: siamo sempre più abituati ad esibire la Tessera Sanitaria per le esigenze più disparate e alcuni lo ricordano anche a memoria.
Ma come si calcola il codice fiscale? E quando serve?
Come si ottiene il codice fiscale
Il codice fiscale viene assegnato alla nascita ad ogni neonato: è poi l’Agenzia delle Entrate che provvede all’invio a domicilio gratuito. Normalmente la validità della tessera è di 6 anni: alla scadenza la nuova Tessera viene inviata automaticamente per posta al domicilio del titolare.
Per gli stranieri regolarmente residenti in Italia è possibile rivolgersi agli sportelli unici per l’immigrazione, dove viene rilasciato utilizzando i dati presenti nell’Anagrafe Tributaria.
In caso di furto o smarrimento è possibile richiedere il duplicato online tramite il servizio Fisconline dell’Agenzia delle Entrate: si può accedere attraverso le proprie credenziali SPID ma anche senza autenticazione è possibile richiedere il duplicato del codice fiscale indicando una serie di informazioni personali (dati anagrafici e reddito dell’anno precedente), una procedura prevista per motivi di sicurezza.
Dopo aver inoltrato la richiesta, i dati vengono verificati tramite l’Anagrafe tributaria: se tutto è in regola il duplicato viene inviato al proprio domicilio di residenza.
Come viene generato il codice fiscale
Le prime sei lettere del codice fiscale rappresentano il cognome e nome dell’individuo: le tre lettere iniziali del codice fiscale corrispondono al cognome della persona (generalmente la prima, la seconda e la terza consonante del cognome) seguite dalle tre lettere ricavate dal nome (ossia la prima, la terza e la quarta consonante).
Esistono delle eccezioni a queste regole:
- se nome o cognome presentano 2 sole consonanti, la terza lettera indicherà la prima vocale (ad esempio per il cognome Sala la sigla sarà SLA)
- se invece nome o cognome sono costituiti da 2 sole lettere, si prendono entrambe e si aggiunge una X finale (ad esempio il cognome Re sarà trasformato in REX);
La parte centrale del codice (formata da 4 numeri e una lettera) sta ad identificare la data di nascita del titolare. Nel dettaglio, le prime due cifre indicano l’anno di nascita: ad esempio 90 corrisponde al 1990.
Alle 2 cifre dedicate all’anno di nascita segue una lettera che rappresenta il mese, secondo una sequenza convenzionale predefinita che va dalla A di gennaio alla T di dicembre.
Le ultime 2 cifre sono relative al giorno di nascita, con un piccolo stratagemma che consente di risparmiare un carattere: infatti per gli individui di sesso maschile, viene inserito il giorno esatto (un uomo nato il 16 del mese avrà il numero 16) mentre per le donne il giorno della data di nascita viene aumentato di 40 permettendo quindi di distinguere il sesso dell’individuo.
I successivi quattro caratteri (una lettera e tre cifre) esprimono in forma codificata il comune di nascita del soggetto, attraverso i codici ISTAT attribuiti a ciascun comune italiano dall’Agenzia delle Entrate.
Se l’individuo è cittadino nato all’estero nel codice fiscale si fa riferimento allo stato di nascita (senza nessuna indicazione della città di nascita): la sequenza inizia con la lettera Z e prosegue con l’identificativo del Paese di 3 cifre.
L’ultima lettera è molto importante perché rappresenta un carattere di controllo che serve a garantire la correttezza del codice e impedisce che il medesimo codice fiscale possa appartenere a due omonimi (cosiddetta “omocodia”): nel caso in cui due individui condividano gli stessi dati anagrafici il carattere di controllo assegnato sarà diverso.
Quando serve il codice fiscale?
Il codice fiscale permette al cittadino di identificarsi in maniera univoca nelle numerose occasioni in cui tale dato viene richiesto.
L’utilizzo fisico della tessera sanitaria serve ad esempio per certificare le proprie spese mediche (da detrarre nella dichiarazione dei redditi), per richiedere l’emissione di una fattura di una spesa detraibile (ristrutturazioni edili, ecobonus, ecc..) oppure quando firmiamo un qualsiasi tipo di contratto (per l’affitto di un appartamento o l’attivazione di un numero di cellulare) o ancora se dobbiamo aprire un conto corrente bancario.
È sufficiente invece avere soltanto a disposizione il numero del proprio codice fiscale quando si effettuano acquisti online, registrazioni a siti o in tutti quei casi in cui ci viene richiesto di compilare un modulo con i nostri dati.
Sul web esistono numerosi siti che permettono di calcolare il codice fiscale: è possibile inserire i propri dati personali e generare il codice che possiamo poi salvare nei preferiti o copiare con un click per poterlo “incollare” nel campo del modulo che stiamo compilando ed evitare errori di battitura.