Daria Bignardi: “Quando uno dice la verità poi tutto gira meglio”
Una chiacchierata con Daria Bignardi su L’assedio, gli ospiti ideali, il diritto di fare o non fare coming out
Il ricordo più vivido che ho di Daria Bignardi la vede al Cassero: storica associazione LGBT bolognese e sede dell’Arcigay nazionale. L’avevo invitata a presentare il suo primo libro “Non vi lascerò orfani”. Lei entra in sala, si cambia le scarpe, finisce la mela che stava mangiando e lancia il torsolo al pubblico impazzito.
Diciamolo: Daria Bignardi è l’unica vera rockstar rimasta in Italia. Se ne frega degli ascolti (“La fruizione del mezzo televisivo è cambiata e da parecchio. Un tempo si facevano i gruppi d’ascolto di Sanremo ritrovandosi a casa di qualcuno a bere e sparlare dei cantanti e delle toilettes, ora lo si fa su Twitter o Instagram. La metà del divertimento è quello, no? I programmi hanno senso se rimane qualcosa, se se ne parla e se quello stesso programma viene ripreso e rivisto anche dopo la diretta su altri devices”, ci tiene a sottolineare Daria), di essere nella rete giusta (“Io mi trovo benissimo qui. Purtroppo a parte Federico fashion style non ho ancora conosciuto personalmente nessun altro, ma spero capiterà. Quello di Discovery è un mondo, nella sua interezza, molto contemporaneo ed elegante”), dell’ospite del momento.
Ricordo ancora la seconda puntata: la definii una “tempesta perfetta”. Due ore a parlare di comunità LGBT, transessualità (Gianmarco Negri che racconta come è diventato il primo sindaco transessuale d’Italia), diritti civili e femminismo mentre il rapper Speranza canta “chiavt a mammt” senza nessuna pruderie.
Benissimo! Purtroppo a parte Federico non ho ancora conosciuto personalmente nessun altro, ma spero capiterà. Quello di Discovery è un mondo molto contemporaneo e intrigante.
Grazie per il “programma cult”. Bè eccome è cambiata la fruizione e da parecchio. Un tempo si facevano i gruppi d’ascolto di Sanremo ritrovandosi a casa di qualcuno a bere e sparlare dei cantanti e delle toilettes, ora lo si fa su Twitter o Instagram. La metà del divertimento è quello, no?
Mi sembra normale. È come coi libri: una volta che li finisci e li pubblichi sono dei lettori, non più tuoi.
Spero qualcosa di positivo ma non ne ho proprio idea. Che lo dicano perché a volte intervistiamo ospiti poco conosciuti in tv e quindi a rischio ascolti? Le facce sconosciute per gli ascolti sono sempre un rischio, ma vuoi mettere la soddisfazione quando interessano?
Sì. E non solo se se ne parla ma se rimane qualcosa, se quel programma viene ripreso e rivisto anche dopo la diretta su altri devices.
Quando qualcuno ha davvero qualcosa da dire, come Massimo Pericolo, è più interessante raccontarlo, che sia un trapper o chiunque altro. Se per lui è la prima volta in diretta, come è stato per Massimo Pericolo, è ancora più emozionante.
Penso che sia una scelta personale e che ognuno debba fare come si sente. In generale credo che “venir fuori” faccia bene a tutti , rispetto a tanti aspetti della nostra personalità e della nostra vita, ma che bisogna essere pronti a farlo. È una faccenda intima e solo noi sappiamo quando siamo pronti, nessuno può obbligarci a parlare di qualcosa finché non sentiamo di essere capaci di condividerla. Ecco questa è una cosa che i trapper e i rapper sanno molto bene: l’importanza della verità e la forza che poi ci vuole a sostenere quel che dici quando “ci metti la faccia”.
Certo che li comprendo. Ho risposto prima: sono cose personali e non penso sia giusto forzarle. Ognuno è diverso. Anche se credo che quando uno dice la verità poi è più contento e tutto gira meglio.
Bella! Credo che anche Bianca stia “venendo fuori”, che sia più libera di essere se stessa di quando era chiusa nel ruolo istituzionale di Direttrice del Tg3, e che aver scelto di scrivere di Marcella in qualche modo abbia a che fare con questo suo percorso personale.
Non l’ho più visto, mi spiace, quindi non so, ma è ovvio che la prima volta che fai un esperimento del genere sia irripetibile.
Ah non lo so, non ho teorie né intenti rivoluzionari anche se ho un’indole avventurosa e la seguo.
Abbiamo il problema di non riuscire a intervistare tutti gli ospiti che vorremmo per mancanza di spazio quindi non manca nessuno: ma se mi chiedi qual è l’ospite ideale questa settimana ti direi Achille Lauro o Giorgia Meloni o Roberto Burioni. Burioni infatti ci sarà. Su Lauro e Meloni stiamo lavorando.
Frasi dirompenti?
Quando ho chiesto ad Amanda Lear se era ambientalista e ha risposto: “ Sì, faccio la pipì nella cassetta del gatto”.