Dal backgammon dei romani al primo casinò della storia: quando l’Italia arriva prima anche nei giochi
L’Italia, si sa, è ricca di storia, e anche nel legame con il gioco naturalmente non fa eccezione. Gli antichi romani non lo chiamavano ancora gambling, ma sappiamo ormai per certo che sia gli imperatori, sia i cittadini dell’élite, scommettevano giocando a dadi, mentre tra i soldati e la plebe erano molto più comuni i giochi da tavolo. Sebbene esistesse già in diverse forme presso altri popoli dell’antichità, il ludus duodecim scriptorum (gioco delle dodici linee) acquisì popolarità durante il II° secolo a.C. e fu ampiamente giocato dai legionari romani. In seguito lo stesso ludus, che rappresenta uno dei tanti antenati del backgammon, viene citato anche in un libro di poesie didattiche, “l’Ars Amatoria”, scritto tra gli anni 1 a.C. e 8 d.C. dal celebre poeta e drammaturgo Ovidio.
Alle origini del bingo: Lo Giuoco del Lotto d’Italia
Il ludus duodecim scriptorum si diffuse da Roma al resto d’Europa come naturale conseguenza del transito delle legioni; molti secoli dopo fu invece una variante locale del moderno baccarat a essere esportata dal nostro territorio alla Francia. Fonti storiche attestano questo passaggio intorno al 1400, mentre l’inventore della versione moderna del gioco sarebbe stato l’italiano Felix Falguiere. Allo stesso modo, negli anni 30 del 1500 Lo Giuoco del Lotto D’Italia, considerato un primissimo esempio di bingo, iniziò ad avere grande successo nel nostro Paese, il che rende anche il bingo un prodotto italiano, segnando ovviamente anche l’inizio delle lotterie in Italia.
Il primo casinò della storia: la nascita del Ridotto
Nel 1638 il Gran Consiglio di Venezia ricostruì un’ala di Palazzo Dandolo trasformandola nella prima casa da gioco della storia (che può essere paragonata ai casinò moderni), “Il Ridotto”. Lo scopo era quello di creare un ambiente di gioco pubblico che potesse essere controllato dal governo e allo stesso tempo portasse dei profitti durante il periodo del carnevale annuale.
Facendo un salto in avanti di circa 400 anni, possiamo affermare legittimamente che il Ridotto abbia rappresentato a tutti gli effetti un predecessore degli attuali casinò in Italia, ovvero i siti che ricevono grandi consensi sul web vista soprattutto l’ampia scelta fra le offerte e la vasta gamma dei giochi, dalle slot virtuali ai tavoli con dealer dal vivo, messi a disposizione di chi cerca il divertimento online. E che sia online o fisica, in questa carrellata storica dei giochi da casinò, non poteva mancare qualche cenno sulla roulette. Vi spieghiamo perché.
Dal biribissi alla roulette. E un primato etimologico
L’edificio di quattro piani contava numerose stanze, in alcune delle quali erano conservate le opere d’arte di Gerolamo Mengozzi, detto il Colonna, e poi ovviamente c’erano i giochi: quello più famoso era basetta, una combinazione di poker, gin rummy e blackjack, seguito dal biribissi (anche qui ci avviciniamo alla lotteria) e da altri giochi di carte, a cui si aggiungevano i servizi offerti per ristorare i clienti e dare loro il massimo del comfort. Anche per quanto riguarda la roulette, notoriamente nata in Francia negli anni 20 del 1700, si ritiene che abbia raccolto elementi dallo stesso biribissi presente, come abbiamo visto, già al Ridotto. La storia non è chiara, ma sembra che l’Italia anche in questo caso c’entri qualcosa.
Nessun dubbio invece sull’origine etimologica della parola “casinò”, termine che in Italia indicava la casa signorile di campagna e che poi venne affibbiato anche al Ridotto in seguito alla sua prima chiusura nel 1774. Ma la storia, com’è noto, sarà destinata a proseguire fino ai giorni nostri.