David Grossman: “Dopo il Coronavirus torneremo a essere umani”
Lo scrittore immagina il mondo dopo la fine della pandemia
“Ma quando l’epidemia finirà, non è da escludere che ci sia chi non vorrà tornare alla sua vita precedente”, dice lo scrittore David Grossman oggi su Repubblica.
In effetti questa quarantena è entrata a gamba tesa nelle esistenze di tutti noi. “Chi, potendo – scrive Grossman –lascerà un posto di lavoro che per anni lo ha soffocato e oppresso. Chi deciderà di abbandonare la famiglia, di dire addio al coniuge, o al partner. Di mettere al mondo un figlio, o di non volere figli. Di fare coming out”.
Secondo l’intellettuale, “ci sarà chi comincerà a credere in Dio e chi smetterà di credere in lui. La presa di coscienza della fragilità e della caducità della vita spronerà uomini e donne a fissare nuove priorità. A distinguere meglio tra ciò che è importante e ciò che è futile. A capire che il tempo — e non il denaro — è la risorsa più preziosa. Ci sarà chi, per la prima volta, si interrogherà sulle scelte fatte, sulle rinunce, sui compromessi. Sugli amori che non ha osato amare. Sulla vita che non ha osato vivere”.
C’è così tanto tempo per riflettere, che si mette in dubbio il lavoro, la famiglia, l’amore. “Uomini e donne si chiederanno — per poco, probabilmente, ma ci faranno un pensierino — perché sprecano l’esistenza in relazioni che provocano loro amarezza. Ci sarà anche chi rivedrà le proprie opinioni politiche, basate su ansie o valori che si disintegreranno nel corso dell’epidemia”, dice Grossman. Per i più catastrofisti “ci sarà chi dubiterà delle ragioni che spingono un popolo a lottare contro un nemico per generazioni, a credere che la guerra sia inevitabile”.
Questa pandemia ci farà sicuramente rivedere le priorità: “È possibile che un’esperienza tanto dura e profonda come quella che stiamo vivendo – commenta David Grossman – induca qualcuno a rifiutare posizioni nazionalistiche per esempio, tutto ciò che ci divide, ci aliena, ci porta a odiare, a barricarci. Ci sarà forse anche chi, per la prima volta, si domanderà perché israeliani e palestinesi continuino a lottare e a distruggersi la vita a vicenda da oltre un secolo, in una guerra che avrebbe potuto essere risolta da tempo”.
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