Da calciatore a giornalista: l’esordio di Claudio Marchisio sul Corriere della Sera
Il primo articolo dell'ex calciatore della Juventus e della nazionale italiana è dedicato a Silvia Romano, la cooperante italiana rapita in Kenya un anno fa
Claudio Marchisio scrive sul Corriere della Sera: il primo articolo su Silvia Romano
L’ex calciatore della Juventus Claudio Marchisio si lancia in una nuova carriera, quella del giornalista. Oggi, 21 novembre, è stato pubblicato il suo primo articolo sul Corriere della Sera edizione Torino dedicato a Silvia Romano, la cooperante italiana rapita in Kenya un anno fa.
Si batte in difesa dell’ambiente, si schiera coi curdi e parla di diritti Lgbt, migranti e clima. Claudio Marchisio fa politica, prende posizione, per alcuni è la nuova icona social della sinistra. (Ne abbiamo parlato in questo articolo di Lorenzo Tosa)
Il 33enne ex calciatore della nazionale ha annunciato il suo ritiro dal calcio a inizio ottobre, oggi ha iniziato una nuova esperienza professionale. Il suo primo articolo si intitola “Il mio impegno per il ritorno di Silvia Romano”.
Marchisio scrive della cooperante 24enne che il 20 novembre 2018 è stata rapita a Chakama, un villaggio nel sud est del Kenya. È trascorso un anno da quel giorno, e Silvia Romano non ha ancora fatto ritorno a casa. Le ultime notizie emerse dalla Procura di Roma e dai carabinieri del Ros dicono che Silvia sarebbe tenuta sotto sequestro in Somalia da un gruppo islamista legato ai jihadisti di Al-Shabaab.
“Speranza. Quella che ci spinge a resistere, a lottare e a non arrenderci. La speranza che ci tiene in piedi nei momenti più bui e ci accompagna nelle notti di ansia. Una parola bellissima e pericolosa, perché il suo rovescio è il rischio di vedersi delusa. Oggi è un giorno di speranza buona e positiva, di ottimismo. Silvia Romano è viva e i servizi di intelligence italiani finalmente lo confermano, proprio quando cade il primo anniversario del suo rapimento”, comincia così l’articolo di Claudio Marchisio sul Corriere della Sera (edizione Torino).
TPI ha intervistato il fondatore Onlus: “Avvertimmo Silvia che dopo un mese in Africa nessuno è tuo amico, ma non è un’irresponsabile”