Ritrovato un Cimabue, una donna lo aveva in cucina a sua insaputa
L'opera potrebbe valere 6 milioni di dollari
Ritrovato il Cimabue Il Cristo deriso: l’opera vale 6 milioni di dollari
Un’opera d’arte dal valore di 6 milioni di dollari. Risalente probabilmente al 1280. È il quadretto su legno attribuito a Cimabue (1240-1302) ritrovato a casa di una signora di Compiegne, a Nord di Parigi. La donna lo conservava in cucina.
La donna credeva si trattasse di una semplice icona. Un piccolo quadro di poco più di 20 centimetri ma preziosissimo. Nel dipinto è raffigurato Cristo con il volto rabbioso circondato da una folla.
Il nome dell’opera è il “Cristo deriso”, realizzata con pitture a tempera con fondo oro su un pannello di pioppo.
Secondo quanto riportano gli esperti, l’opera faceva parte di un dittico del 1280 che aveva 8 pannelli simili di scene legate alla Passione di Cristo. Le altre immagini sono già conosciute: la Flagellazione di Cristo, conservato alla Frick Collection di New York e la Vergine col bambino in Trono che si trova invece alla National Gallery di Londra.
A segnalare il dipinto è stata la stessa signora, l’opera è stata affidata alla Actéon, una casa d’aste di Compiègne. A valutarlo, invece, è stato il critico d’arte Eric Turquin, che ha fatto anche un’analisi con i raggi infrarossi, decretandone anche l’eccellente stato di conservazione.
Il quadro attribuito a Cimabue sarà venduto all’asta il 27 ottobre a Senlis, in Francia. Il valore dell’opera è stimato tra i 4 e i 6 milioni.
Il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha commentato la notizia ai microfoni dell’AdnKronos: “Due anni fa, quando apparve il dipinto di Leonardo “Il Cristo Benedicente Salvator Mundi”, venduto all’asta a 450 milioni di dollari, l’Italia non diede un segno di vita. In questo caso sarebbe giusto che intervenisse: l’opera non solo ha un’importanza per la rarità d’autore ma perché la sua quotazione, benché in un mercato internazionale, sarà meno alta di quella di Leonardo. Anche se dovesse salire intorno ai 10 milioni di euro, lo Stato avrebbe il dovere di comprarlo”.
“Dalle immagini che ho visto – osserva Sgarbi – è un’attribuzione condivisibile, molto vicino a quello che sappiamo di Cimabue. Turquin (l’esperto d’arte chiamato per valutare l’opera ndr) è un uomo molto d’impatto, che ha un grande estro della comunicazione. Ha avuto, qualche anno fa, la felice intuizione sul “Giuditta e Oloferne” di Caravaggio, ritirato dall’asta qualche mese fa perché non c’era un’universale considerazione sul nome”.