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Cameriera lascia l’Italia per l’Australia: “Guadagnavo 6 euro l’ora, ora dirigo uno dei migliori ristoranti”

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Cameriera lascia l’Italia per l’Australia: “Dirigo uno dei migliori ristoranti”

Da cameriera che guadagnava 6 euro l’ora a manager di uno dei migliori ristoranti d’Australia: è la storia della 33enne Isabella Greco, calabrese d’origini e cresciuta a Firenze che ha deciso di trasferirsi a Melbourne.

Intervistata dal Corriere della Sera, la giovane ha raccontato di come è cambiata la sua vita in Australia: “Sono scesa dal bus, c’erano 44 gradi e mi sembrava di essere finita su un altro pianeta!”.

“Nel 2014, a Milano, mi trovavo in una relazione tossica. Ero in un baratro. Mio fratello Claudio mi ha detto: “Devi andartene”. Si è offerto di pagarmi il biglietto per l’Australia, per raggiungere nostro fratello, che viveva lì da tempo. L’idea era di stare via qualche mese, lavorando per mantenermi… e invece sono qui da otto anni!”.

La ragazza, infatti, viveva a Milano: “Pagavo 550 euro di affitto e facevo la cameriera. Lavoravo dieci ore al giorno e guadagnavo sei euro l’ora, in nero”.

In Australia, però, la sua vita è radicalmente cambiata: “Sono ‘venue manager’, ovvero direttore, e ‘head sommelier’: mi occupo delle prenotazioni, dello staff, dei rapporti con i fornitori e di tutto ciò che riguarda i vini. Il direttore, in un ristorante, è colui o colei che tiene unita la squadra: è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare, deve saper gestire la pressione, lo stress e ogni incidente”.

“Il nostro è un lavoro contante di problem solving – aggiunge Isabella – Non puoi essere raccomandato o inventarti un curriculum di sana pianta: se non sai lavorare si vede già da come entri in sala o da come impugni un coltello”.

La giovane, poi, spiega come ha iniziato a scalare posizioni: “Ero senza soldi, ho bussato al ristorante chiedendo un lavoro qualunque. Stefano mi ha dato una possibilità: è stato l’unico a farlo. E da allora mi ha sempre supportato. Il resto, però, l’ho fatto io. A Napoli avevo lavorato con Nunzio, un grande della ristorazione. Lui mi ha insegnato che la conoscenza è potere. Per questo ho studiato molto: la sala, i vini, la cucina, anche la lingua, perché un conto è saper parlare inglese per fare quattro chiacchiere, un conto è riuscire a fare gli ordini con i fornitori”.

“Quando gli altri uscivano, io stavo a casa a studiare, perché volevo diventare la più brava. Ambivo a fare la manager. Così ho lavorato sodo e ho cercato di farmi valere. Non è stato facile, anche in quanto giovane donna: alcuni colleghi uomini, più grandi di me, non mi hanno accettata subito come direttore” racconta ancora Isabella.

La 33enne non pensa di ritornare in Italia, almeno a breve: “Purtroppo, il piacere di vivere in un Paese meraviglioso come l’Italia passa al secondo posto quando si guarda a certe dinamiche. Dal punto di vista lavorativo, il livello che ho raggiunto qui e a cui posso aspirare per la mia carriera futura…in Italia, non so se sarebbe stato possibile. A Milano, quando facevo la cameriera, mi hanno offerto un regolare contratto solo dopo mesi in nero. Però prima volevano che firmassi le dimissioni in bianco. Sono cose che qui, molto semplicemente, non succedono”.

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