Body positivity e body neutrality: cosa è cambiato negli anni?
Al giorno d’oggi molti social media, sono bombardati dal concetto di body positivity: influencer e donne dello spettacolo, attraverso foto e post su Instagram, rivendicano la libertà di poter mostrare il loro corpo senza filtri.
Il body positivity è un concetto, una filosofia che nasce dall’idea che ogni donna e ogni uomo debba amare il proprio corpo senza nascondere difetti ed imperfezioni. Il fulcro di questo movimento è, dunque, l’accettazione di sé stessi.
Ma perché una donna dovrebbe sentirsi a disagio con il proprio corpo basandosi su canoni estetici? Cosa spinge una persona a giudicare cosa è bello o cosa non lo è?
Molto spesso, l’idea di estetica supera di gran lunga l’idea che una persona, uomo o donna che sia, abbia anche altro da mostrare. Questa idea, scaturisce dal fatto che sui social media o in televisione, si vedono sempre più spesso corpi tonici e perfetti.
Per molte donne, insicure del loro corpo, guardare le fotografie, in alcuni casi anche modificate, di modelle taglia 38 porta a creare nel loro immaginario un’idea di bellezza ideale non sempre sana. Molto spesso, infatti, la bellezza è vista come sinonimo di magrezza e perfezione, ma questo non corrisponde alla realtà.
I nuovi standard di bellezza
Fortunatamente, negli anni, sui social media in particolar modo, si sta diffondendo sempre più l’accezione secondo cui non importa essere magri e tonici, bensì felici.
Ed è proprio per questo motivo che si arriva alla svolta del body neutrality, visto come liberazione di tutto ciò che è imposto come canone di bellezza, focalizzandosi piuttosto sul ruolo che svolge il nostro corpo.Molte aziende, hanno scelto di sostenere il movimento di body positivity e di body neutralità, investendo in una gamma di taglie che fossero inclusive per ogni tipo di fisicità. Ulla Popken, ad esempio, è un brand di fama internazionale, pensato per donne plus size, che vende abbigliamento per donne curvy che si sentono a proprio agio con il proprio corpo.
Sono sempre di più i consumatori che sono sensibili a temi sociali, ed è per questo motivo che molte aziende si impegnano in campagne di inclusività e diversità. Questa scelta, è sicuramente fonte di una società che sta maturando e che probabilmente vede il diverso come una risorsa.
In una società, infatti in cui, il diverso è visto come non conforme ai canoni imposti, l’idea di inclusione è fondamentale affinché nessuno si senta più discriminato.
Body neutrality
Nel 2015, la life coach Anne Poitier, ha sviluppato il concetto di body neutrality, ovvero neutralità del corpo. L’idea di base della body neutrality è che il corpo sia visto, non più nella sua accezione estetica, bensì soltanto nelle sue funzioni vitali.
In questo modo, il corpo è visto come una “macchina” che permette alle persone di poter compiere azioni più o meno semplici, spostando il focus sulla funzionalità di esso e non più sulla sua accettazione.
Body neutrality: una tendenza che spopola tra i vip
In pochissimo tempo il fenomeno della Body Neutrality ha conquistato il favore dei vip che ne hanno accolto i principi diffondendoli sui canali social. Un esempio tra i più noti è quello che riguarda JameelaJamila, attrice inglese che si è fatta portavoce di questo nuovo modo di vivere la propria fisicità. Jameela è molto attiva sui social e ha creato un podcast intitolato “I Weight” grazie al quale diffonde notizie, informazioni e spunti di riflessioni utili a capire meglio il fenomeno.
Tra le star che hanno preso parte al progetto c’è la celeberrima Taylor Swift che, tempo addietro, aveva dichiarato al The Guardian di apprezzare il concetto di neutralità fisica essendo lei stessa giudicata molto più per il suo corpo che per la sua carriera.
Le differenze tra questi due concetti sono così sottili che quasi si sovrappongono dato che entrambi sono mossi dal medesimo obiettivo: accettazione di tutti i corpi senza giudizi e bullismo di sorta. Con il tempo la body positivity ha preso un’accezione più marcata verso l’accettazione del corpo per quello che è, magro o grasso che sia. Potremmo dire che l’intento è quello di promuovere l’inclusione di tutti i corpi a prescindere dalla forma, dalla grandezza o dal colore della pelle.
La body neutrality, invece, prende le distanze dall’accettazione morbosa del proprio corpo perché difende il sacrosanto diritto di avere una propria personale visione su ciò che fa sentire meglio l’individuo.
Se la body positivity rilancia l’accettazione dell’altro, la body neutrality, invece, spinge l’acceleratore sul bisogno di essere in pace con noi stessi e di amare anche i cambiamenti che intendiamo apportare al nostro corpo perché, in fin dei conti, ognuno può avere delle caratteristiche che non ama di sé e che vorrebbe cambiare.