Parla la band degli esordi di Matilda De Angelis: “Suonavamo nelle piazze e dormivamo in Autogrill”
Farò la mia intro per sentirmi dare del “radical chic”: erano anni che non guardavo Sanremo in diretta ma ne gustavo un breve riassunto il giorno dopo su RaiPlay. Quest’anno, però, la pandemia mi ha fregato. Vuoi la zona rossa incombente su Bologna, vuoi l’entusiasmo per il primo evento televisivo decente della terza ondata, mi sono fatto fregare. Anche se sono bastati 10 minuti per farmi pentire: potrà ancora entrare un presentatore nel 2021 facendosi il segno della croce?
Fortunatamente, ad un certo punto, la luce: l’entrata in scena di Matilda De Angelis. Non avevo grosse aspettative. Ve le ricordate “le fidanzate di” dello scorso anno? In più Amadeus dopo la prima presentazione, la stimola con un “Brava!” come a dire: “Guarda, incredibile: sa anche leggere e parlare.”
E sì che nonostante abbia 25 anni, Matilda di palchi ne ha già calcati parecchi. E noi bolognesi lo sappiamo bene: i suoi “esordi artistici” li ha fatti nei “Rumba de Bodas”, gruppo cresciuto tra le mura dell’Estragon, uno dei più importanti live club italiani.
“Al suo arrivo nel gruppo – ci racconta Lele Roveri, deus ex machina dell’Estragon – tutti hanno notato la sua incredibile presenza scenica, complice anche la scuola teatrale che frequentava, sembrava avesse già 20 anni di carriera alle spalle. I Rumba de Bodas hanno suonato anche davanti a 5/6.000 persone, fatto tour all’estero, così come nelle piazze di tutta Europa. Nel 2017 poi la sua carriera l’ha messa davanti a una scelta: le date dei ragazzi crescevano e lei aveva tempo solo il weekend perché in settimana era a Roma a girare. Il seguito lo sappiamo tutti, ma sono certo che, però, questo amore per la musica sia solo sedato per un attimo: lei potrebbe diventare la nostra Juliette Lewis e unire cinema e musica senza problemi. Vedrete che ci sorprenderà.”
E’ di questo avviso anche Mattia, storico membro della band: “Matilda è arrivata con noi quando aveva solo 16 anni e ne abbiamo veramente fatte tante insieme. Nei nostri tour siamo stati anche 2 mesi senza tornare a casa. E quando non avevamo una data in un club, suonavamo nelle piazze, dormivamo negli autogrill, nei parchi. Se ci pensate adesso, in alcune piazze tipo Bologna o Ferrara, questa modalità busker è anche abbastanza accettata, non era così 10 anni fa quando abbiamo cominciato noi. Quando ha cominciato a decollare la sua carriera da attrice Matilda ha comunque fatto salti mortali per non saltare i nostri concerti. Di giorno era all’autodromo di Imola a girare “Veloce come il vento” e poi prendeva un aereo e ci raggiungeva ad Edimburgo a suonare al jazz festival. Sono stati anni folli. L’ultima volta che abbiamo condiviso un palco è stato l’anno scorso con le Sardine in Piazza Maggiore a Bologna: noi avevamo appena finito di cantare e lei è salita sul palco. Poi ci siamo sentiti stamattina: le ho fatto i complimenti. E lei mi ha dimostrato di essere contentissima di come è andata la serata. Avrebbe dovuto cantare “Poetica” di Cremonini ma la sua esibizione è stata tagliata per motivi di tempo. Ed è un peccato che sia successo in un festival che dovrebbe dare spazio della musica. Comunque anche io penso che quello di Matilda alla musica sia solo un arrivederci. Come tutti quelli che hanno fatto il nostro mestiere, la musica ti accompagnerà sempre e per sempre e accadrà anche a lei, ne sono certo”.
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