Alessandra Mussolini: “Sono una ragazza di sinistra”
Prima il sostegno al Ddl Zan e alle battaglie della comunità LGBT, ora l’ammissione: “Sono una ragazza di sinistra”. Dopo aver lasciato la politica attiva nel 2019, Alessandra Mussolini ha decisamente cambiato vita. E soprattutto idee. Un personaggio pubblico molto diverso da quello che ci saremmo immaginati solo fino a qualche anno fa, che sveste i panni della passionaria dura e pura per mettere in mostra un’anima pop e, a suo dire, di sinistra. Prima la partecipazione a Ballando con le stelle, poi il 16 aprile scorso l’aperto sostegno alla legge contro l’omotransfobia, quando ha pubblicato su Instagram la foto con la scritta “Ddl Zan” sul palmo della mano.
“Quella proposta da Zan – ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Vanity Fair – è una legge doverosa perché è un semplice prendere atto di qualcosa che esiste già nella società. Per me la sessualità è un fatto personale, e anche temporaneo. Nella vita cambiamo tutti: in base alle esperienze, alle cose che ci accadono”. Posizioni che non sono piaciute ai suoi fan ed ex elettori di destra: “E che si scatenassero. Essere liberi di esprimersi vuol dire non pensare alla reazione degli altri. Prima mi preoccupavo di non deludere il mio elettorato, adesso: ciaone. Dopo una certa età è bello essere imprudenti”.
Insomma, una ragazza di sinistra, ammette la nipote del Duce: “Sono una diversamente ragazza che ha fatto battaglie nelle quali ha creduto, al di là dei colori”. “Io certe cose le ho sempre pensate, ma siccome ero pur sempre in un ambito politico, non potevo dare loro spazio. Sono stata cacciata dalla Commissione affari sociali sulla procreazione medicalmente assistita perché ero per la diagnosi pre-impianto, che gli altri osteggiavano. Chiedevo: “Ma se gli embrioni poi non vanno bene?”. Mi rispondevano: “C’è sempre l’interruzione di gravidanza”. Come se il corpo della donna non contasse nulla, come se l’aborto non fosse un trauma”, spiega Mussolini a Vanity Fair. Dopo 27 anni è ormai fuori dalla politica: “L’ho fatta perché mi piaceva. Però ho capito presto di non essere libera. Se vuoi portare avanti le tue convinzioni, sei emarginata. Io spesso sono stata sola. Ne prendo atto senza nessun vittimismo. Io e la politica ci siamo lasciate di comune accordo e con serenità”.