Alda Merini, a 10 anni dalla morte la ricordiamo con alcune delle sue poesie più belle
I versi di Alda Merini arricchiscono. Ci fanno accettare che esiste dentro ciascuno di noi una voce più triste e oscura, che talvolta associamo alla "follia", ma che fa parte di tutti. Lei ci insegna a non rigettarla, a capirla, ascoltarla e a convivere con essa
Alda Merini: biografia, poesie e frasi
Il primo novembre di 10 anni fa, a 78 anni, moriva Alda Merini, tra le più grandi poetesse italiane. Un talento straordinario, una solitudine profonda, un’esistenza difficile segnata dalla sofferenza fisica e dalle difficoltà economiche, in un ventennale entrare e uscire dal manicomio, tra gli anni Sessanta e Settanta.
La sensibilità di questa donna unita alla sua originale forza poetica spinge i lettori delle sue poesie a comprendere e a immedesimarsi nella gioia, nella fatica, nella sofferenza della vita.
I versi di Alda Merini arricchiscono. Ci fanno accettare che esiste dentro ciascuno di noi una voce più triste e oscura, che talvolta associamo alla “follia“, ma che fa parte di tutti. Lei ci insegna a non rigettarla, ma a capirla, ascoltarla e a convivere con essa.
Alda Merini è nata a Milano il 21 marzo 1931, ha cominciato a scrivere i suoi primi versi a 16 anni. La sua prima raccolta di poesie: ‘La presenza di Orfeo’, è stata pubblicata nel 1953, ebbe subito un grande successo di critica. La sua opera di più successo è però considerata ‘La Terra Santa’ che le è valsa, nel 1993, il Premio Librex-Guggenheim ‘Eugenio Montale’ per la Poesia.
Altre sue raccolte di versi sono ‘Testamento’, ‘Vuoto d’amore’, ‘Ballate non pagate’, ‘Fiore di poesia 1951-1997’, ‘Superba e’ la notte’, ‘L’anima innamorata, ‘Corpo d’amore’, ‘Un incontro con Gesu”, ‘Magnificat. Un incontro con Maria’, ‘La carne degli Angeli’, ‘Piu’ bella della poesia e’ stata la mia vita’, ‘Clinica dell’abbandono’ e ‘Folle, folle, folle d’amore per te. Poesie per giovani innamorati’.
Nella sua carriera artistica, Alda Merini ha scritto anche in prosa ‘L’altra verita’. Diario di una diversa’, ‘Delirio amoroso’, ‘Il tormento delle figure’, ‘Le parole di Alda Merini’, ‘La pazza della porta accanto’ (con il quale vinse il Premio Latina 1995 e fu finalista al Premio Rapallo 1996), ‘La vita facile’, ‘Lettere a un racconto. Prose lunghe e brevi’ e ‘Il ladro Giuseppe. Racconti degli anni Sessanta’ e con gli aforismi ‘Aforismi e magie’.
Nel 1996 era stata proposta per il Premio Nobel per la Letteratura dall’Academie Francaise e ha vinto il Premio Viareggio. Nel 1997 le è stato assegnato il Premio Procida-Elsa Morante e nel 1999 il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Settore Poesia.
Il 1 novembre 2009 è morta a Milano, nel reparto di oncologia dell’ospedale San Paolo di Milano.
Il primo marito di Alda Merini, Ettore Carniti, panettiere, sposato nel ’53. La fece internare per una decina d’anni al Paolo Pini. “Sono tornata a casa dal manicomio e mio marito mi ha detto: “Ah, sei tornata”; la panetteria l’aveva venduta, aveva cambiato lavoro e ho passato fra gli anni più belli della mia vita”, si legge nella biografia della poetessa scritta da Lucrezia Dell’Arti.
“Quando suo marito si fece l’amante, Alda Merini iniziò a grattarsi le mani, una psoriasi che le è durata tutta la vita. Diceva: «È un tale piacere grattarsi che spiace rinunciarci». Dopo ha avuto 36 amanti”, continua.
Alda Merini è stata in un ospedale psichiatrico con una diagnosi di disturbo bipolare. Di quel periodo la poetessa scrisse: “Un’infermiera che mi ha curato quando stavo in manicomio mi ha detto: è stata con noi 15 anni e non ci ha mai detto che scriveva! Certo, ho risposto, non sono mica matta”.
Alda Merini poesie
Per i dieci anni dalla sua morte abbiamo raccolto le sue frasi, i suoi versi e le sue poesie più belle.
A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.
Accarezzami, amore
ma come il sole
che tocca la dolce fronte della luna.
Non venirmi a molestare anche tu
con quelle sciocche ricerche
sulle tracce del divino.
Dio arriverà all’alba
se io sarò tra le tue braccia.
Amore non dannarmi al mio destino
tienimi aperte tutte le stagioni
fa che il mio grande e tiepido declino
non si addormenti lungo le pulsioni
metti al passivo tutte le passioni
dormi teneramente sul cuscino
dove crescono provvide ambizioni
d’amore e di passione universale,
toglimi tutto e non mi fare male.
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
Bacio che sopporti il peso
della mia anima breve
in te il mondo del mio discorso
diventa suono e paura.
Mi sono innamorata
delle mie stesse ali d’angelo,
delle mie nari che succhiano la notte,
mi sono innamorata di me
e dei miei tormenti.
Un erpice che scava dentro le cose,
o forse fatta donzella
ho perso le mie sembianze.
Come sei nudo, amore,
nudo e senza difesa:
io sono la vera cetra
che ti colpisce nel petto
e ti da larga resa.
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l’anima,
perché un’anima da sola è come una goccia d’acqua nel deserto.
Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi,
pur correndo il rischio di cadere a loro volta.
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
Quelle come me cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano,
tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me quando amano, amano per sempre.
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono inermi nelle mani della vita.
Quelle come me inseguono un sogno
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero.
Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo.
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla.
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio,
non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza.
Quelle come me passano inosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto…