Gli esseri umani in 44 anni hanno spazzato via il 60% degli animali selvatici
Lo dice un rapporto del Wwf
L’attività dell’uomo ha causato un calo massiccio della fauna selvatica mondiale negli ultimi decenni.
A rilevarlo è un rapporto del Wwf, che afferma che pesci, uccelli, anfibi e rettili sono stati decimati, arrivando a diminuire del 60 per cento tra il 1970 e il 2014.
Il pianeta, secondo l’Ong, sta perdendo la biodiversità a un ritmo registrato solo durante le estinzioni di massa.
Il rapporto Living Planet Report, che esce ogni due anni, esorta i politici a stabilire nuovi obiettivi in funzione di uno sviluppo sostenibile del pianeta.
Per il Wwf solo un quarto della superficie terrestre del mondo è ora libero dall’impatto dell’attività umana, e la proporzione scenderà a un decimo nel 2050. Il cambiamento è legato alla crescente produzione di cibo e alla domanda di energia, terra e acqua.
A minacciare le specie selvatiche sono soprattuto il sovrasfruttamento e il consumo eccessivo delle risorse naturali da parte dell’uomo.
Di grande rilevanza è anche il cambiamento climatico, così come l’inquinamento e altri fattori come la presenza di specie invasive, dighe e miniere.
Il Sudamerica e l’America Centrale hanno sofferto il più drammatico declino delle popolazioni di vertebrati, una perdita dell’89 per cento rispetto al 1970.
Le specie di acqua dolce – che vivono in laghi, fiumi e zone umide – sono particolarmente a rischio, afferma il rapporto, e hanno registrato un calo dell’83 per cento.
Il Wwf chiede quindi una nuova intesa globale che migliori gli accordi di Parigi del 2015, e che riesca ad affrontare il problema dei cambiamenti climatici portando a una riduzione delle emissioni di gas serra.
I dati, raccolti da numerosi studi, coprono oltre 16.700 popolazioni appartenenti a 4mila specie in tutto il mondo.
“La situazione è davvero pessima e continua a peggiorare”, ha detto il direttore generale del Wwf Marco Lambertini. “L’unica buona notizia è che ora sappiamo esattamente quello che sta succedendo”.