Altro che prodotti finanziari ecologici: ecco tutte le bugie dei fondi green
I prodotti finanziari ESG si professano ecologici ma hanno al loro interno 153 milioni di dollari di asset delle società più inquinanti al mondo. E ci sono anche i big come BlackRock e State Street. L’inchiesta sul quarto numero del settimanale TPI - The Post Internazionale, in edicola dall’8 ottobre
Ma siamo sicuri che un fondo d’investimento che si propone come “verde”, cioè in grado di investire solo in aziende in regola con gli accordi di Parigi, sia poi sempre così verde? Da qualche anno i prodotti finanziari “ecologici” sono cresciuti esponenzialmente fino a raggiungere nel 2020 un valore totale di 1,7 trilioni di dollari. Gli istituti finanziari si sono così lanciati in una rincorsa a dotarsi dell’etichetta ESG (Environmental, Social, and Corporate Governance ovvero ambientale, sociale e etica delle buona pratiche di gestione aziendale), che dovrebbe certificare un’attenzione socio-ambientale degli investimenti.
Le iniziative ispiratrici sono l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e i suoi Obiettivi (Sustainable Development Goals), che individuano iniziative concrete per attuarla. Tra le azioni raccomandate su cui si fondano queste iniziative globali c’è, per esempio, il principio della neutralità carbonica, da raggiungere da un lato riducendo le emissioni di gas serra e dall’altro intraprendendo azioni per assorbirne dall’atmosfera attraverso soluzioni tecnologiche.
Spesso, però, questo impegno è più di facciata che reale. Di 593 fondi azionari identificati come ESG – con oltre 265 miliardi di dollari di patrimonio netto totale – oltre il 70 per cento, contrariamente alle dichiarazioni, non è allineato agli Accordi di Parigi…
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