Esclusivo – Amata dai giovani, temuta dai potenti: i miei tre giorni con Greta Thunberg
Ha fondato il movimento ambientalista più seguito dai giovani. È la paladina del clima, sempre in prima linea. Ma ora sogna una vita dietro le quinte. Sul quarto numero del settimanale The Post Internazionale il racconto della giornalista italiana che ha passato tre giorni con lei a Milano
Siamo a Milano. Greta è qui per la pre-Cop, una manifestazione di due giorni volta a fissare gli obiettivi in vista della Cop 26, che si terrà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre. Colgo l’occasione per farle una domanda. “Perché il Youth4Climate è importante?”. “Non lo è”, mi risponde. “Però alla fine hai deciso di venire ugualmente”, rilancio. “Mi hanno invitata ed era l’occasione per portare avanti le nostre richieste e battaglie, magari può servire, ma non è detto”. Anche alle altre domande – sulle politiche ambientali in Europa, sugli obiettivi prioritari della Cop26 – oppone risposte telegrafiche e un velo di ostilità, come quando dice che “non basta chiamarsi “verdi” per essere ambientalisti” in riferimento ai recenti risultati delle elezioni in Germania.
Non ama la stampa, Greta, e il “media team” che gestisce le richieste stampa raramente risponde con un “Sì”. Anche per questo motivo partecipa il meno possibile a eventi e conferenze. Prima di accettare l’invito alla Youth4Climate ha esitato a lungo, mi raccontano alcuni attivisti di Fridays For Future, decidendosi infine a venire “solo perché sa che se c’è lei l’attenzione mediatica e istituzionale è molto maggiore”. E su questo di certo non si sbaglia. Una popolarità, quella di Greta, che la mette sul piano dei grandi della Terra: 13 milioni di follower su Instagram, più volte sussurrata vincitrice del Premio Nobel per la Pace, Greta è un’icona. Eppure dopo un primo colloquio con lei penso che me la sarei aspettata più incisiva…
Chiara Piotto, giornalista di Sky TG24, ha seguito la Youth4Climate per il canale.