Il sondaggio: per gli italiani le manifestazioni sul clima sono “un modo per saltare la scuola”
I dati di un sondaggio di Euromedia Research
Sondaggio sulle manifestazioni sul clima
La maggioranza relativa degli italiani sostiene che le manifestazioni degli studenti di queste settimane per sollevare l’attenzione sul problema del cambiamento climatico sono solo “un modo come un altro per saltare la scuola”. È quanto emerge da un sondaggio appena diffuso e realizzato lo scorso 27 settembre dall’istituto demoscopico Euromedia Research su un campione di mille casi rappresentativi della popolazione maggiorenne.
I numeri: pretesto per non andare a scuola
Secondo la rilevazione, eventi e cortei come Friday for Future, che hanno portato in piazza centinaia di migliaia di ragazzi, sono manifestazioni “sincere e convinte” con “una presa di coscienza delle nuove generazioni” per il 44,4 per cento degli intervistati. Ma a credere che si tratti di “un modo come un altro per saltare la scuola” è il 48,1 per cento degli italiani. Un altro 7,5 per cento del campione invece “non sa” o “non risponde”.
Per quanto riguarda le fasce d’età, a considerare gli eventi sinceri sono soprattutto i più giovani. La percentuale sale al 52,7 per cento tra i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Per quanto concerne invece le aree geografiche a considerare i manifestanti convinti sono soprattutto le persone del Centro e di Sud e Isole, rispettivamente con il 50,2 e il 49,7 per cento.
“La percezione prevalente – spiega Euromedia – è che questi scioperi siano solo un pretesto per saltare la scuola. Di opinione contraria, invece, i giovani tra 18 e 24 anni, più vicini e coinvolti nelle esigenze e nelle richieste della nuova generazione, oltre che i residenti nel Centro e Sud Italia, comprese le Isole, mentre in tutto il Nord si registra una maggior diffidenza”.
Euromedia ha anche chiesto agli intervistati quanto secondo loro le manifestazioni sul clima “contribuiscono ad una profonda sensibilizzazione della popolazione sull’argomento”, “quanto possono far scattare un cambiamento nelle abitudini dei cittadini”. Ebbene, il 49,6 per cento ha espresso un giudizio positivo e il 44,6 per cento ha fornito una risposta negativa. Nel dettaglio: il 16,1 per cento del campione ha indicato “molto”, il 33,5 per cento “abbastanza”, il 26,5 per cento “poco” e il 18,1 per cento “per nulla”. Infine il 5,8 per cento non ha risposto alla domanda.