Una distesa infinita di rifiuti sta devastando il Mar dei Caraibi
Gli scatti di una fotografa documentano i danni che l'inquinamento sta causando agli oceani
La fotografa Caroline Power ha documentato con i suoi scatti il terrificante stato delle acque del Mar dei Caraibi.
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Una serie di fotografie scioccanti che mostrano una marea di rifiuti di plastica e polistirolo intrappolati nella costa dell’Honduras: bottiglie di plastica, sacchetti della spesa, a posate, piatti e bicchieri.
I rifiuti si estendono per più di 15 miglia tra le idilliache isole di Roatan e Cayos Cochinos.
Specializzata in fotografia subacquea, Power è determinata a mostrare quanto siano gravi i danni nei mari e negli oceani, per sensibilizzare il più possibile le persone.
Il giorno in cui ha scattato le immagini, la fotografa era in realtà partita per fare immersioni in quello che doveva essere “uno dei luoghi migliori e meno contaminati dei Caraibi”.
Ciò che però ha trovato al suo arrivo è risultato tutt’altro che paradisiaco: “C’era una quantità apparentemente infinita di plastica, bottiglie, piatti, confezioni vuote di cibo come patatine, snack, e ancora palloni da calcio, spazzolini da denti, addirittura una televisione, scarpe e infradito. Purtroppo numerosi animali scambieranno quella plastica per cibo, e per questo moriranno; è stato necessario superare quasi 5 miglia per trovare acqua pulita”.
Secondo la fotografa, inoltre, se soltanto l’1 per cento delle persone adottasse misure diverse e preventive per ridurre il consumo monouso di plastica e polistirolo, sarebbe un grosso passo avanti.
Gli specialisti stimano che i nostri oceani contengano 51 trilioni di particelle micro-plastiche, ovvero circa 500 volte la quantità di stelle nella nostra galassia.
Questo inquinamento sta generando un danneggiamento di oltre 600 specie in tutto il mondo, ciò che molti ora considerano la sesta estinzione di massa della vita terrestre.
L’agenzia per la protezione dell’oceano Blue Planet Society, ha presentato un rapporto in merito.
L’agenzia, che si batte per porre fine alla pesca eccessiva e al sovrasfruttamento degli oceani, sostiene che il flusso dell’inquinamento abbia origine dal fiume Motagua, in Guatemala, dopo un’inondazione dovuta a vasti piogge.
Secondo la società, il fiume Motagua creerebbe problemi da tempo, a causa dell’inesistenza di infrastrutture che avrebbe portato la popolazione a buttare i rifiuti direttamente nei fiumi.
Gli attivisti di Oceana Europa, l’associazione internazionale a tutela e difesa dei mari e degli oceani, si sono detti scioccati, tristi ma non per questo sorpresi e in merito alle fotografie hanno specificato: “Se non cambiamo il nostro atteggiamento verso il mare, tra pochi anni ci sarà più plastica che pesci nell’oceano”.