Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:43
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Ambiente

Raccolta differenziata: Italia sopra la media Ue. Ma c’è ampio divario fra Nord e Sud

Immagine di copertina
Credit: Pixabay

In un’ottica di transizione verso un’economia circolare, la raccolta differenziata svolge un ruolo importante. In Italia viene differenziato il 61% dei rifiuti urbani e ne viene riciclato il 51,3%: il dato è sopra la media dell'Unione europea. La differenziazione è però più elevata al Nord e Centro Italia: su queste differenze regionali influiscono principalmente il grado di informazione fornita ai cittadini, sia sul modo di attuare la differenziata sia sulla destinazione dei rifiuti, e gli orari di raccolta. Per aumentare il grado di differenziazione sono necessari più controlli e maggiore trasparenza da parte delle istituzioni

Raccolta differenziata: la gestione dei rifiuti urbani in Italia

Un’importante componente di una economia più “circolare” (ossia di un sistema di produzione e consumo che implichi l’utilizzo, riutilizzo e riciclo dei materiali esistenti il più a lungo possibile) è la raccolta differenziata dei “rifiuti urbani”, che includono i rifiuti domestici e quelli derivanti dalla pulizia del suolo pubblico.

Secondo ISPRA, in Italia sono stati prodotti nel 2019 circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, di cui oltre 18 (il 61 per cento) sono finiti nella raccolta differenziata. Questi rifiuti, una volta differenziati, vengono trattati e riciclati. L’Italia ricicla un po’ più della media europea: nel 2019 eravamo al 51,3 per cento dei rifiuti urbani contro il 47,7 per cento della media. Il nostro paese era ottavo su 27.

Le differenze regionali nella raccolta differenziata

Il grado di differenziazione è diverso tra le regioni (Tav. 1). Le regioni ai primi posti sono del Nord e Centro Italia, insieme alla Sardegna, mentre le ultime posizioni sono occupate prevalentemente da regioni del Sud; in particolare, Basilicata, Calabria e Sicilia differenziano meno della metà dei rifiuti urbani prodotti.

Quali sono le cause di un diverso grado di differenziazione tra le regioni?

Un sondaggio Istat indica che quattro aspetti relativi al grado di soddisfazione nella raccolta dei rifiuti sembrano poter influire sul comportamento delle persone: nelle regioni che differenziano di più c’è maggiore soddisfazione sull’orario di ritiro, maggiore certezza che i rifiuti vengano poi riciclati e maggiore apprezzamento dell’informazione e assistenza ricevute (Tav.2 e figure 1,2,3).

Naturalmente non si può escludere che chi non vuole differenziare cerchi di trovare “scuse” per non farlo nell’inefficienza delle aziende che raccolgono rifiuti. Tuttavia, se così fosse si dovrebbe trovare una correlazione negativa anche tra grado di differenziazione e altri aspetti relativi alla qualità della raccolta (frequenza di raccolta, quantità di contenitori e sacchetti, cattivi odori causati dall’umido non raccolto, dubbi sull’utilità di differenziare); tale correlazione è invece positiva o nulla.

Il sondaggio Istat fornisce anche informazioni sulle misure che potrebbero spingere a differenziare di più. Le principali, in termine di preferenza, sono: maggiore garanzia che i rifiuti vengano riciclati, sanzioni per chi non rispetta le regole di raccolta e agevolazioni fiscali per chi invece le rispetta. Tali misure sono percepite come necessarie in tutte le regioni quindi gli stessi provvedimenti consentirebbero un miglioramento a livello nazionale.

La prima misura richiede maggiore trasparenza verso i cittadini, in modo da fugare dubbi riguardo alla destinazione dei rifiuti differenziati; le altre due, invece, indicano l’utilità di penalità o ricompense volte ad incentivare la raccolta differenziata, e quindi l’esigenza di maggiori controlli. In assenza di questi ultimi, è più facile che un cittadino pensi (comunque non correttamente) che, se si è in pochi a rispettare la separazione dei rifiuti, il proprio sforzo diventi inutile.

Ti potrebbe interessare
Ambiente / Cop29, i negoziati continuano ma i Paesi in via di sviluppo avvertono: “Non meno di mille miliardi di dollari”
Ambiente / Green Deal, la strategia europea per l’idrogeno verde
Ambiente / La perdita di biodiversità e le minacce per l’uomo: l’allarme lanciato dal Living Planet Report del WWF
Ti potrebbe interessare
Ambiente / Cop29, i negoziati continuano ma i Paesi in via di sviluppo avvertono: “Non meno di mille miliardi di dollari”
Ambiente / Green Deal, la strategia europea per l’idrogeno verde
Ambiente / La perdita di biodiversità e le minacce per l’uomo: l’allarme lanciato dal Living Planet Report del WWF
Ambiente / L’energia pulita è un diritto: ecco le proposte del Forum DD per un “welfare energetico locale”
Ambiente / Cop29 al via fra tante ombre e assenze illustri: Meloni c’è, ma continua a finanziare i fossili
Ambiente / Consumo responsabile: 5 consigli pratici alla portata di tutti
Ambiente / Ecomondo: come affrontare il rischio di povertà idrica e costruire nuovi modelli per le città del futuro
Ambiente / Più cooperazione per il Mediterraneo per affrontare il rischio di povertà idrica: l’agenda di AQP e Ambrosetti
Ambiente / Come ripensare le città di domani: Acquedotto Pugliese presenta il suo Water Safety Plan
Ambiente / Sostenibilità energetica: approcci moderni per la casa