Oltre 400 atleti olimpici chiedono al prossimo presidente del CIO di dare priorità alla lotta ai cambiamenti climatici

"Non è più una minaccia lontana, ma un danno attuale e crescente per gli sport che amiamo", si legge nell'appello firmato anche dalla velista italiana Francesca Clapcich
Oltre 400 atleti olimpici, compresi 65 campioni medagliati, provenienti da 89 Paesi del mondo e impegnati in 51 diverse discipline hanno lanciato un appello al futuro presidente del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), che sarà eletto la prossima settimana in Grecia, a dare la massima priorità alla lotta al cambiamento climatico, definendo il riscaldamento globale un “danno attuale e crescente per gli sport che amiamo”.
“Al Presidente entrante chiediamo che nei prossimi anni e per tutto il corso del suo mandato una questione venga prima di tutte: la cura del nostro Pianeta”, si legge nella lettera aperta, che vede tra i firmatari anche la velista italiana Francesca Clapcich; la nuotatrice Emma McKeon, l’olimpionica più decorata d’Australia, e Cyrille Tchatchet II, il sollevatore di pesi membro della squadra dei rifugiati alle Olimpiadi di Tokyo 2020 (tenute nel 2021). “L’aumento delle temperature e le condizioni meteorologiche estreme stanno già sconvolgendo i calendari delle competizioni, mettendo a rischio le sedi-simbolo e influendo sulla salute di atleti e tifosi”, continua l’appello. “Il caldo estremo sta sollevando reali preoccupazioni sulla possibilità che le Olimpiadi possano svolgersi in sicurezza negli anni futuri, mentre i Giochi invernali stanno diventando più difficili da organizzare, dato che le condizioni affidabili di neve e ghiaccio diminuiscono di anno in anno”.
I firmatari, tra cui figura anche la velista britannica Hannah Mills prima promotrice della lettera, citano in proposito il caso della città di Los Angeles, che ospiterà i Giochi del 2028, sconvolta quest’anno da una serie di “devastanti incendi boschivi”, definiti dagli atleti “un duro monito al perché sia necessaria un’azione coraggiosa”. “Questa non è più una minaccia lontana, ma un danno attuale e crescente per gli sport che amiamo e per i Paesi che compongono la nostra famiglia olimpica”, si legge nell’appello, che elenca una serie di priorità per la prossima presidenza del Cio: “1. Rafforzare gli impegni per ridurre rapidamente le emissioni di anidride carbonica; 2. Promuovere pratiche sostenibili nelle città ospitanti i Giochi; 3. Definire uno standard per quanto riguarda le sponsorizzazioni altamente inquinanti; 4. Utilizzare la piattaforma del Cio per sostenere un’azione più ampia a tutela dell’ambiente”.
Gli atleti aderenti all’appello si rendono disponibili a impegnarsi in prima persona per aiutare il prossimo presidente del Comitato Olimpico Internazionale a perseguire questi obiettivi. “Saremmo grati per l’opportunità di incontrarti nella fase iniziale della tua presidenza per discutere di questi impegni per i prossimi anni”, conclude la lettera. “Mai come oggi sostenere il motto olimpico: Più veloce, più in alto, più forte – insieme’, è stato così essenziale. Ti chiediamo di guidare l’azione negli anni a venire, assicurandoti che i Giochi rimangano una fonte di unità e proteggendo al contempo il futuro dello sport”.
Sette candidati si contenderanno la carica di presidente del Cio per sostituire l’attuale numero uno Thomas Bach durante l’elezione prevista a Costa Navarino, in Grecia, il prossimo 20 marzo. Tra i favoriti figurano il presidente della World Athletics, Sebastian Coe; la pluricampionessa olimpica di nuoto e attuale ministra dello Sport dello Zimbabwe, Kirsty Coventry; e il vicepresidente del Cio, Juan Antonio Samaranch; a cui si aggiungono le candidature dei presidenti dell’Unione Ciclistica Internazionale, David Lappartient; della Federazione internazionale di ginnastica, Morinari Watanabe; e della Federazione internazionale sci e snowboard, Johan Eliasch; e quella del principe Feisal al-Hussein di Giordania, già membro del Consiglio esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale. L’impegno attuale del Cio in materia di lotta ai cambiamenti climatici mira a una riduzione del 50 per cento delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030, compensando il 100 per cento delle esalazioni residue e incoraggiando tutte le parti interessate ad agire contro il riscaldamento globale.