Fridays for future, lo storico sciopero degli studenti per il clima: marce e manifestazioni in 123 paesi
Da Milano a La Paz, da Parigi a Stoccolma: sono oltre 2.000 le città, 123 i paesi di tutto mondo che oggi, 15 marzo, manifestano per il clima.
Centinaia di migliaia di studenti hanno scioperato per il pianeta, seguendo l’appello di Greta Thunberg, la 16enne svedese che ha lanciato un movimento globale di lotta per il clima.
Anche in Italia la partecipazione è stata grandissima: 100mila persone a Milano, 10mila a Roma, Firenze e Bologna.
L’appello agli studenti di tutto il mondo era stato lanciato da Greta su Twitter e avevano aderito studenti di 123 paesi diversi. La studentessa svedese sta partecipando alla manifestazione organizzata davanti al parlamento di Stoccolma, che chiede politiche più incisive contro i cambiamenti climatici.
Record di manifestazioni in Italia, che ha organizzato bene 235 raduni, seguita da Francia, Germania, Stati Uniti, Svezia e Regno Unito.
Il filo rosso delle manifestazioni è quello di urlare a gran voce che non c’è più tempo per salvare il pianeta: per anni il tema del cambiamento climatico è stato prima negato, poi ignorato e infine sottovalutato. Ma adesso è più urgente che mai pretendere che le politiche dei paesi siano sempre più incentrate alla lotta ambientalista.
Gli studenti che hanno indetto lo sciopero globale chiedono che i governi, che nel 2015 si sono impegnati a Parigi firmando l’accordo per evitare cambiamenti climatici pericolosi limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2ºC, di non lasciare passare altro tempo prezioso.
“Gli adulti di oggi non si preoccupano del domani. Stanno rubando il nostro futuro proprio davanti ai nostri occhi!”, dicono gli studenti nel loro “manifesto di protesta.
A Milano gli oltre centomila studenti hanno dovuto cambiare meta del raduno per i troppi partecipanti: da piazza della Scala a piazza Duomo.
“Vieni giù, manifesta anche tu” e “Non abbiamo un altro pianeta” sono i cori che vengono più spesso scanditi. Per la maggior parte i partecipanti sono ragazzi ma non mancano adulti e bambini. Il corteo è festoso e pacifico.
Fridays for future: come siamo arrivati allo sciopero del 15 marzo 2019
La prima volta che Greta Thunberg ha manifestato per il clima era il 20 agosto 2018. Era da sola, davanti al parlamento svedese. Oggi centinaia di migliaia di persone hanno seguito la traccia che ha lasciato.
Greta, preoccupata dall’eccezionale ondata di calore e incendi boschivi che avevano colpito la Svezia durante l’estate, ha chiesto al governo del suo paese di mettere in atto gli obblighi dell’accordo di Parigi sul clima, riducendo le emissioni di carbonio. Il movimento studentesco che ha creato si è riunito intorno agli hashtag #Klimatstrejka, #ClimateStrike e #FridaysforFuture.
Venerdì dopo venerdì, Greta non si è arresa, attirando pian piano l’attenzione dei social network e dei media di tutto il mondo.
A dicembre 2018 la studentessa svedese è intervenuta alla Conferenza mondiale sul clima (COP24), il vertice Onu sui cambiamenti climatici tenutosi a Katowice, in Polonia.
Il suo discorso sul cambiamento climatico è diventato virale ed è stato ascoltato in tutto il mondo. “Dite di amare i tuoi figli sopra ogni altra cosa, eppure state rubando il loro futuro davanti ai loro stessi occhi”, ha detto Greta in quell’occasione.
La giovane attivista ha tenuto un discorso anche a Davos, per il Forum mondiale dell’Economia, dove è arrivata in treno dopo un viaggio di oltre 30 ore e ha dormito in una tenda montata accanto all’albergo Schatzalp.
“La nostra casa è in fiamme. Con un incendio in atto nelle pareti che proteggono la vostra famiglia stareste lì fermi a guardare?”, ha detto in quell’occasione, scuotendo le coscienze dei leader mondiali.