In Italia in un anno 32 persone sono morte a causa del maltempo: i dati di Legambiente sui cambiamenti climatici
In Italia in un anno 32 morti a causa del maltempo
In Italia in un anno, nel 2018, ci sono stati 32 morti a causa del maltempo: è uno dei principali dati che emerge dal rapporto 2019 dell’Osservatorio di Legambiente Città Clima sull’impatto dei cambiamenti climatici nel nostro Paese, presentato oggi, lunedì 19 novembre, a Roma. Nei dodici mesi la penisola è stata colpita da ben 148 eventi estremi, che hanno causato 32 vittime e oltre 4.500 sfollati: un bilancio di molto superiore alla media degli ultimi 5 anni.
Il dossier, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, è intitolato “Il clima è già cambiato”. A margine della presentazione Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente a Roma, ha lanciato un appello: “Chiediamo al Governo di adottare quanto prima un piano di adattamento ai cambiamenti climatici, di riaprire una Struttura di missione governativa che se ne occupi” e di approvare “una legge che metta in sicurezza i nostri territori”.
“Anche gli ultimi eventi che hanno caratterizzato il nostro Paese – ha aggiunto – da Matera a Pisa a Venezia fino all’Alto Adige ci dimostrano quanto sia urgente avere una nuova politica di adattamento al clima e fermare il dissesto idrogeologico”.
“Oggi il nostro Paese – ha sottolineato ancora Zanchini – ancora non ha un Piano di adattamento come tutti i Paesi europei che permette di definire le priorità di intervento, né ha una chiara politica rispetto a quello che possono fare i Comuni per mettere in sicurezza il territorio”. E ancora: “È necessario che il Governo approvi una legge che metta in sicurezza il territorio perché bisogna smetterla di costruire nelle aree a rischio”.
Zanchini ha precisato che vanno riqualificate “le nostre città con le aree urbane oggi a rischio sia d’inverno con le piogge sia d’estate con le ondate di calore”. Sulla necessità della riapertura di una Struttura di missione governativa, poi, il vice presidente di Legambiente a Roma ha ribadito: “È evidente che i ministeri non riescono a far fronte ad emergenze di queste dimensioni, possono far fronte all’ordinario ma è necessaria una struttura centrale che si occupi proprio di questo tema, di come programmare gli interventi e di come aiutare i Comuni”.
I dati di Legambiente: 148 eventi estremi e 4.500 sfollati nel 2018
Il rapporto di Legambiente si pone come obiettivo – viene spiegato in un comunicato – quello “di raccogliere e mappare le informazioni sui danni provocati in Italia dai fenomeni climatici, di contribuire ad analisi e approfondimenti che riguardano le città e il territorio italiano, oltre a condividere analisi e studi internazionali e esperienze di piani e progetti di città, paesi, Regioni”.
Quindi vengono elencati i dati principali: “Dal 2010 ad oggi, sono 563 gli eventi registrati sulla mappa del rischio climatico, con 350 Comuni in cui sono avvenuti impatti rilevanti. Nel 2018, il nostro paese è stato colpito da 148 eventi estremi, che hanno causato 32 vittime e oltre 4.500 sfollati, un bilancio di molto superiore alla media calcolata negli ultimi cinque anni. Dal 2014 al 2018 le sole inondazioni hanno provocato in Italia la morte di 68 persone”.
L’aumento della temperatura: +1,5 gradi a Milano
Il dossier di Legambiente analizza anche una continua crescita della temperatura nelle città italiana a ritmi maggiori rispetto al resto del Paese. “Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio meteorologico Milano Duomo, è un fenomeno generale e rilevante che riguarda tutte le città con picchi a Milano con +1,5 gradi, a Bari (+1) e Bologna (+0,9) a fronte di una media nazionale delle aree urbane di +0,8 gradi centigradi nel periodo 2001-2018 rispetto alla media del periodo 1971-2000”.
Le ondate di calore rappresentano il principale fattore di rischio con rilevanti conseguenze sulla salute delle persone. “Uno studio epidemiologico realizzato su 21 città italiane ha evidenziato – viene precisato – l’incremento percentuale della mortalità giornaliera associata alle ondate di calore con 23.880 morti tra il 2005 e il 2016, e mettono in evidenza impatti più rilevanti nella popolazione anziana e una riduzione negli ultimi anni attribuibile agli interventi di allerta attivati”.
I costi di prevenzione e riparazione: rapporto di 1 a 4
Sul fronte dei costi, infine, viene rilevato che il rapporto tra spesa per prevenzione e per riparazione è di uno a quattro. “L’Italia dal 1998 al 2018 ha speso, secondo dati Ispra, circa 5,6 miliardi di euro (300 milioni all’anno) in progettazione e realizzazione di opere di prevenzione del rischio idrogeologico, a fronte di circa 20 miliardi di euro spesi per ‘riparare’ i danni del dissesto secondo dati del CNR e della Protezione civile (un miliardo all’anno in media, considerando che dal 1944 ad oggi sono stati spesi 75 miliardi di euro)”.