Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Ambiente

Ocean Array Cleanup è la macchina realizzata per pulire gli oceani dalla plastica

Immagine di copertina
La Ocean Array Cleanup è la macchina realizzata per pulire gli oceani

La macchina sfrutta le correnti marine per raccogliere i detriti presenti negli oceani in apposite piattaforme. Il primo obiettivo è ridurre le dimensioni dell'isola di plastica presente nel Pacifico

Ocean Array Cleanup è la macchina realizzata per pulire gli oceani dalla plastica ideato da Boyan Slat.

Cinque anni fa, il ragazzo appena 19enne aveva ideato un meccanismo per eliminare la plastica dal mare.

Per dar forma alla sua idea, Boyan Slat aveva lasciato gli studi di ingegneria e ha fondato la Ong Ocean Cleanup.

Dopo aver testato il suo progetto e aver raccolto i fondi necessari per la realizzazione della macchina, Boyan Slat è pronto a mettere alla prova la Ocean Array Cleanup.

“La pulizia degli oceani del mondo è dietro l’angolo”, ha commentato Boyan Slat.

La prima tappa della macchina è la grande isola di plastica, nota come Great pacific garbage patch, che galleggia nell’oceano Pacifico tra la California e le Hawaii.

La Ocean Array Cleanup partirà da San Francisco e impiegherà tre settimane per raggiungere la sua destinazione.

“Il nostro primo sistema di pulizia partirà a metà del 2018 e monitoreremo il suo comportamento. Tutto ciò che apprenderemo sarà applicato al sistema successivo, così da implementare più sistemi fino a raggiungere la piena operatività nel 2020”, si legge sul sito della Ong.

Boyan Slat ha pensato di sfruttare le correnti del mare per indirizzare i rifiuti che al momento compongono l’isola di plastica verso delle apposite piattaforme.

Il progetto prevede l’utilizzo di una catena di barili galleggianti, privi di reti e lunghi 2 chilometri, posizionati nello stesso verso della corrente del mare.

In questo modo, la struttura è in grado di raccogliere passivamente i rifiuti e indirizzarli verso la parte centrale.

I rifiuti che si raccolgono all’interno della macchina sono poi raccolti una volta al mese da una barca.

“Le forze che spostano la plastica sono le stesse che muovono i sistemi di pulizia, in altre parole, dove va la plastica, vanno automaticamente anche i sistemi di pulizia”, si legge sul sito della Ocean Cleanup.

La macchina di Boyan Slat non ha bisogno di fonti di energia esterne per funzionare.

Tutto il suo lavoro si basa sulle correnti marine e sull’energia solare, per cui la Ocean Array Cleanup ha un impatto ambientale pari a zero.

Inoltre, non rappresenterà un problema per gli animali marini.

La macchina potrebbe pulire fino al 50 per cento dell’isola di plastica in 5 anni, secondo le stime effettuate.

Nel 2018 sarà messa in funzione la prima macchina per ripulire gli oceani, ma l’obiettivo è di installare altre sessanta piattaforme in diverse zone del pianeta entro il 2020.

Great pacific garbage patch

L’isola di plastica, nota anche come “Grande chiazza di rifiuti del Pacifico”, è un accumulo di detriti galleggiante di enormi dimensioni situata nell’oceano Pacifico.

L’isola ha iniziato a prendere forma negli anni ’80 per l’azione della corrente oceanica definita “vortice subtropicale del nord pacifico”.

Questa specifica corrente è stata in grado di radunare e far aggregare i detriti presenti nel mare fino a creare quella che oggi chiamiamo “isola di plastica”.

L’estensione del Great pacific garbage patch è ancora incerta. 

Ti potrebbe interessare
Ambiente / Cop29, i negoziati continuano ma i Paesi in via di sviluppo avvertono: “Non meno di mille miliardi di dollari”
Ambiente / Green Deal, la strategia europea per l’idrogeno verde
Ambiente / La perdita di biodiversità e le minacce per l’uomo: l’allarme lanciato dal Living Planet Report del WWF
Ti potrebbe interessare
Ambiente / Cop29, i negoziati continuano ma i Paesi in via di sviluppo avvertono: “Non meno di mille miliardi di dollari”
Ambiente / Green Deal, la strategia europea per l’idrogeno verde
Ambiente / La perdita di biodiversità e le minacce per l’uomo: l’allarme lanciato dal Living Planet Report del WWF
Ambiente / L’energia pulita è un diritto: ecco le proposte del Forum DD per un “welfare energetico locale”
Ambiente / Cop29 al via fra tante ombre e assenze illustri: Meloni c’è, ma continua a finanziare i fossili
Ambiente / Consumo responsabile: 5 consigli pratici alla portata di tutti
Ambiente / Ecomondo: come affrontare il rischio di povertà idrica e costruire nuovi modelli per le città del futuro
Ambiente / Più cooperazione per il Mediterraneo per affrontare il rischio di povertà idrica: l’agenda di AQP e Ambrosetti
Ambiente / Come ripensare le città di domani: Acquedotto Pugliese presenta il suo Water Safety Plan
Ambiente / Sostenibilità energetica: approcci moderni per la casa