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Home » Ambiente

Tav, Tap, Ilva: tutti i tradimenti del M5S sull’ambiente

Immagine di copertina
Luigi Di Maio, capo politico del M5S. Credit: Alberto PIZZOLI / AFP

C’era una volta la favola del Movimento 5 Stelle, il “non partito” fatto da “cittadini comuni” (definizione difficile da spiegare, alla stregua della più erudita “società civile”) guidato da un comico che un tempo riempiva piazze e palazzetti dello sport e da un suo grande amico, un cosiddetto guru della comunicazione.

Nella stessa favola si racconta di proteste contro inceneritori, contro grandi opere come la Tav e la Tap, contro poli industriali inquinanti come la famigerata Ilva di Taranto, l’azienda siderurgica più grande e nociva d’Europa. Caroselli colorati dove la neutra bandiera bianca del Movimento sfilava insieme a quelle degli ambientalisti, in nome di quella seconda stella che nei sogni grillini rappresentava l’ambiente, la tutela del territorio e il rispetto del pianeta.

Sembra passato un secolo ma è poco più di un anno: il pragmatismo del governare ha sostituito i sogni e le promesse fatte a un popolo che ancora una volta ha rinnovato la sua ingenuità, fidandosi dell’ennesima novità a buon mercato confezionata contro “quelli di prima”, che nella storia d’Italia sono sempre quelli “da mandare a casa”, chiunque essi siano.

I grillini erano quelli che si presentarono nelle aule di Camera e Senato con degli apriscatole, per rendere tutto accessibile e trasparente: oggi sembrano più dei tranci di tonno al naturale, chiusi ermeticamente in quelle odiate scatole distribuite a buon mercato nella grande distribuzione. E il prezzo più alto della metamorfosi dei “cittadini comuni” in “cittadini un po’ meno comuni” lo sta pagando proprio l’ambiente, stella sacrificata sull’altare di quella dell’assistenzialismo, astro che a dire il vero han fatto brillare un po’ tutti i partiti della storia repubblicana.

Quello sulla Tans Adriatic Pipeline (TAP) è stato il primo grande tradimento che si è consumato nei primi mesi del “Governo del Cambiamento”. “Prima o poi si tornerà a votare in questo paese. E con il governo del Movimento 5 Stelle quest’opera la blocchiamo in due settimane, in due settimane”, così aveva urlato il noto travel blogger ed ex deputato Alessandro Di Battista, impegnato in un comizio a San Foca, in quel Salento che il 4 marzo scorso premiò con valanghe di voti quella promessa. Alla fine la Tap non è stata bloccata, con buona pace del grillino viaggiatore che nel frattempo si è iscritto a un corso di falegnameria a Viterbo.

Quanto alla Tav, la questione è stata solo rinviata dopo un lungo braccio di ferro sul come giustificare il fatto che alla fine si farà. Per evitare un danno erariale da 300 milioni di euro, il Governo ha dato il via libera agli avvisi per le manifestazioni di interesse, ovvero gli atti propedeutici ai bandi che i grillini avevano promesso di far saltare. Morale della favola, l’opera andrà avanti, anche perché tutti i partiti escluso il M5S vogliono che si faccia. La telenovela finirà nei prossimi mesi, quando l’inganno di chi ha dato il via libera agli avvisi per le manifestazioni di interesse (ovvero gli atti propedeutici ai bandi) si svelerà anche agli occhi dei più ingenui attivisti.

È invece di ieri un post su Facebook del deputato tarantino Giovanni Vianello, che nell’attaccare le associazioni ambientaliste “colpevoli” di aver diffuso i dati di Arpa Puglia sull’aumento delle emissioni inquinanti da parte dello stabilimento ex Ilva, ha parlato di “pseudo ambientalisti fortemente politicizzati che fomentano l’allarmismo e confondono la cittadinanza”.

I commenti dei “cittadini comuni” rimasti tali sotto la sua lunga disamina raccontano bene la delusione di molti. Scrive Luca: “E chi è stato eletto solo e soltanto grazie agli allarmisti come può essere definito?”; Annarita è ancora più esplicita: “ma come si fa a cambiare idea nel giro di un anno? Ma le ricordi le cose che dicevi prima di essere eletto da chi, oggi, definisci allarmista? Ma veramente la salute dei tuoi concittadini vale meno di uno stipendio da parlamentare? Non me ne capacito, davvero”; Antonio gli scrive invece quello che per un supporter grillino è il più pesante degli insulti: “Vai benissimo, sei perfetto per il PD”.

“Il M5S ha tradito Taranto”: la rabbia dei residenti per il caso Ilva

Una pesante critica arriva anche da una collega di “non partito”, la deputata Sara Cunial, che postando su Facebook un articolo del loro house organ che riporta la vicenda ha commentato: “Chiedo scusa ai pugliesi. Sono senza vergogna. Mi dissocio”. I corridoi di Montecitorio raccontano che la povera Cunial sta subendo in queste ore molti attacchi per aver espresso il suo personale dissenso, per aver rinunciato ad essere solo un numero nel “non partito” dove gli eletti non sono liberi di mandare comunicati stampa o presentare interrogazioni parlamentari senza passare per i “capi”, per aver provato a uscire dalla scatola.

Di tutti i tradimenti grillini, quello sull’ambiente è forse il più evidente di tutti: e la seconda stella è ormai un buco nero visibile a occhio nudo, senza dover scomodare l’Event Horizon Telescope.

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