Clima, una settimana di manifestazioni in tutto il mondo per difendere il pianeta
Settimana di mobilitazione sul clima in vista dello sciopero globale
È iniziata oggi 20 settembre la settimana di mobilitazione contro il cambiamento climatico in vista del summit Onu sul clima, in programma il 23 settembre a New York: sette giorni di mobilitazione in 156 paesi che culmineranno con lo sciopero globale del 27 settembre. Migliaia di persone sono già in piazza per manifestare e lunghi cortei sono in strada nelle principali città del mondo: dall’Australia all’Indonesia, passando per l’india, la Thailandia, le Filippine, la Birmania, il Giappone e l’Africa.
Oltre un milione di studenti hanno avuto il permesso di poter saltare scuola senza penalizzazioni e in Italia anche il ministro dell’Istruzione Fioramonti si è espresso a favore della protesta: “Noi venerdì 27 non soltanto saluteremo gli studenti che parteciperanno alla manifestazione per l’ambiente. Io la considero una bellissima iniziativa, è in realtà la lezione più importante che i ragazzi possano frequentare”, ha dichiarato il 18 settembre a margine della presentazione della Notte europea della Ricerca al Miur.
Alla manifestazione ha aderito anche il sindacato della scuola FLC CGIL che ha chiesto a “tutti i settori della conoscenza” di mobilitarsi per il clima.
A Roma, l’appuntamento è alle 11 di questa mattina in piazza a Montecitorio e le iniziative in programma sono già moltissime su tutto il territorio nazionale: Sassari, Torino, Venezia, Napoli, Genova, sono solo alcune delle città coinvolte nella mobilitazione.
Greta Thunberg ha invitato a partecipare alla “action week” contro la crisi climatica con un tweet: “5225 eventi in 156 paesi dei sette continenti, trova lo sciopero più vicino, diffondi e scendi in strada”, ha scritto pubblicando una foto con il suo immancabile impermeabile giallo. Lei stessa guiderà le manifestazioni a New York insieme agli attivisti di Fridays for Future, il movimento nato dalla sua azione di protesta, noto per il grande sciopero del 15 marzo 2019.
Il sostegno alla settimana sul clima è arrivato anche da parte di molti personaggi dello spettacolo. Michael Moore, il regista noto per i suoi documentari sulle contraddizioni del sistema politico ed economico statunitense, ha invitato tutti a partecipare: “Domani è il giorno. Partecipiamo tutti allo sciopero globale per il clima. Ci saranno milioni di persone. Salta la scuola, lascia perdere il lavoro, smetti di fare quello che stai facendo per un paio d’ore e prendi parte agli eventi in programma nella tua città! Quale altra scelta abbiamo?”, scrive.
A Sydney la partecipazione è stata di massa e anche la giovanissima Greta ne è rimasta impressionata. “Queste foto dall’Australia sono incredibili, questa è l’enorme massa di persone scesa in piazza a Sydney”, ha twittato. Secondo le prime stime sono circa 80mila le persone che hanno preso parte alla manifestazione nella città australiana, e altrettante stanno protestando a Melbourne.
Anche a Istanbul sono moltissimi gli eventi in programma per lo sciopero globale. Nel quartiere di Kadikoy si terrà un grande festival con workshop, sit-in e concerti, per l’occasione uno degli edifici del quartiere è stato dipinto con un enorme murales raffigurante l’attivista svedese.
In Thailandia la protesta è stata ancora più forte. Ben 200 attivisti hanno fatto irruzione nel ministero dell’Ambiente e si sono sdraiati a terra fingendo di essere morti. I giovani thailandesi hanno esortato il governo a cessare l’utilizzo dei combustibili fossili cantando lo slogan: “Salviamo la terra”.
In Italia nelle scorse settimane le iniziative del movimento per l’ambiente si sono intensificate. Il 7 settembre gli attivisti di Fridays for Future Italia hanno rubato la scena agli attori che sfilavano sul red carpet, occupando il tappeto rosso della Mostra del Cinema di Venezia al grido di “We want the red carpet”.
Il movimento non si limita a denunciare il problema del cambiamento climatico, ma punta il dito contro le cause e indica i responsabili “economici” del problema. A luglio in numerose città italiane i ragazzi di Fridays hanno protestato di fronte ad alcune banche finanziatrici dell’industria del fossile, indicando i nomi e cognomi degli istituti di credito ritenuti “colpevoli”.