Mentre in Italia i nostri politici parlano di scissioni e beghe interne al partiti, la Germania vara un piano storico per salvare l’ambiente
A proposito di politica ombelicale e ambiente e del provincialismo italiano che discute di nomi, di partite, di loghi, di scissioni e di campagna acquisti: venerdì il governo di Angela Merkel adotterà un pacchetto di misure che dovrebbero garantire gli obiettivi prefissati per ridurre le emissioni fossili.
Nel pacchetto c’è un piano di espansione del trasporto pubblico, nuovi sussidi per le auto elettriche e per i punti di ricarica e un’importante riduzione dell’IVA sui biglietti del treno. Il pacchetto (che costerebbe tra gli 8 e 10 miliardi all’anno fino al 2023) sarà pagato senza aumentare il debito pubblico, secondo quanto ha dichiarato il ministro delle finanze Olaf Scholz.
Alcuni fondi verrebbero dai capitoli di spesa per l’energia e per il clima che hanno accumulato negli ultimi anni riserve per ben 7 miliardi di euro. Tra le proposte in corso di approvazione ci sono anche le imposte più alte per i voli nazionali a corto raggio e per i pedaggi autostradali dei camion (quelle che qui in questi giorni vengono trattate con la superficialità di una barzelletta) che ripagherebbero il nuovo corso ambientalista.
Ma forse il punto più sostanziale delle riforme che ha in testa il governo tedesco è proprio quella carbon tax che qui in Italia da anni risuona come una bestemmia.
Eppure finché non si deciderà di intervenire a livello fiscale per premiare le aziende che soffrono la concorrenza di chi opera sotto regole meno stringenti, non si riuscirà mai a dare il via a quella riconversione ecologica di cui tutti si riempiono la bocca, illudendosi di potere schivare scelte nette.
“Il movimento Fridays for future ci ha scosso tutti”, ha dichiarato d il ministro delle Finanze Olaf Scholz, chiarendo che per finanziare il Klimaschutzprogramm è prevista una spesa di “54 miliardi di euro” da qui al 2023 compreso, pari a oltre 13 miliardi di euro all’anno.
La Carbon Tax pensata dalla Merkel dovrebbe essere di 10 euro per ogni tonnellata nel 2021 e salire fino a 35 euro nel 2025: questo si tradurrebbe in aumento del prezzo di benzina alla pompa di circa 3 centesimi al litro per arrivare a circa 9 centesimi.
Per evitare d’altro canto che le misure pesino sui cittadini, il governo ha anche pensato a un significativo calo sulle bollette elettriche e a importanti sostegni economici per i pendolari e per l’acquisto di impianti di riscaldamento più efficienti di quelli attualmente in uso.
Insomma: per avere il coraggio di affrontare il cambiamento bisogna avere il coraggio di cambiare. La politica, appunto.