L’incoerenza dei fondi green: tra gli investitori ci sono le grandi società inquinanti
ESG. Environment, social, governance. Quante volte ne avete sentito parlare? Le aziende se ne riempiono la bocca e lo usano anche come etichetta i prodotti finanziari. L’offerta dei fondi green nel 2020 ha raggiunto un valore totale di 1,7 trilioni di dollari. Ma alla crescita esplosiva non sempre corrispondono qualità coerenza e trasparenza dei prodotti, come emerge da una ricerca appena pubblicata da InfluenceMap su 723 fondi azionari specificamente commercializzati utilizzando parole chiave legate all’acronimo ESG e al clima, con oltre 330 miliardi di dollari di patrimonio netto totale.
Uno dei problemi è la relativa mancanza di standard e norme che attualmente regolano la commercializzazione di fondi ESG e climatici. Ebbene su 593 fondi azionari identificati come ESG con oltre 265 miliardi di dollari di patrimonio netto totale, 421 (il 71 per cento) hanno un punteggio negativo rispetto all’allineamento con gli obiettivi di Parigi, che indica che le aziende nei loro portafogli sono disallineate dagli obiettivi climatici globali.
Nella categoria più ristretta dei fondi climatici, 72 su 130, con oltre 67 miliardi di dollari di patrimonio netto totale, gestiti da grandi nomi come BlackRock e State Street, non solo sono disallineati con gli obiettivi di Parigi , ma continuano a detenere azioni per 153 milioni di dollari in società della catena del valore della produzione di combustibili fossili, come TotalEnergies, Halliburton, Chevron, e ExxonMobil. Insomma, non è tutto verde quel che luccica.