Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Ambiente

Crisi climatica: sono i bambini i più vulnerabili al mondo

Immagine di copertina

Articolo pubblicato da Stradenuove.net

Irapporto del Comitato Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) rimuove qualsiasi traccia di dubbio sia rimasta: la crisi climatica non è una minaccia futura. È qui, sta accelerando, e continuerà a colpire il mondo in modi sempre più devastanti.  E ha già esposto quasi ogni bambino, in ogni continente, a un rischio maggiore di pericoli legati al clima più frequenti, intensi e distruttivi, da ondate di calore e siccità a cicloni e inondazioni, da inquinamento atmosferico a malattie trasmesse da vettori. Ma per alcuni bambini, la crisi climatica è più di un rischio aumentato. È una realtà che mette in pericolo la vita.

L’Indice di rischio climatico per i bambini recentemente pubblicato dall’UNICEF mostra che un miliardo di bambini vive in paesi a rischio estremamente elevato, dove sono esposti ai più gravi pericoli, shock e fattori di stress. L’impatto su questi bambini, le loro famiglie e il loro futuro – e quindi le loro società – è enorme.

Oggi, un miliardo di bambini tra i più vulnerabili del mondo è a rischio. Domani, se il mondo non agirà, lo saranno tutti i bambini. Le prove sono inconfutabili – la crisi climatica è una crisi dei bambini. Eppure, i bambini sono costantemente dimenticati nella pianificazione della risposta alla crisi climatica. Investire nei bisogni dei bambini maggiormente colpiti dal cambiamento climatico non è una priorità. In molti casi non è nemmeno all’ordine del giorno.

L’UNICEF sottolinea come  Il mondo non può continuare a dimenticare i bambini mentre è alle prese con la minaccia esistenziale del cambiamento climatico e del degrado ambientale. Perché è arrivato il tempo di mettere i nostri bambini al centro dell’azione per il clima.

«Prima di tutto e sempre, i governi devono adempiere alle ambiziose riduzioni delle emissioni. Questa rimane l’unica soluzione a lungo termine, poiché l’adattamento climatico ha dei limiti. Ma dobbiamo agire subito –  dichiara la Direttrice Generale dell’UNICEF Catherine M. Russell – per aiutare i bambini più vulnerabili, che vivono nei paesi con le più basse emissioni pro-capite, ad adattarsi agli impatti del cambiamento climatico, in modo che possano sopravvivere e prosperare in un mondo in rapido cambiamento».

C’è bisogno di «Preparare i paesi e le comunità attraverso uno sviluppo resiliente al clima con una grande attenzione all’adattamento – prosegue la Direttrice UNICEF –  è il modo più efficace per proteggere le vite dei bambini vulnerabili e i mezzi di sussistenza delle famiglie. È dimostrato che questo riduce il rischio climatico per i bambini. Costruisce la resilienza agli shock climatici futuri e previsti. Offre benefici economici reali. Eppure molti paesi o non dispongono completamente di piani di adattamento, o hanno piani che non proteggono o affrontano i loro bisogni specifici e urgenti. Questo significa che la maggior parte dei bambini non è ancora protetta e non è preparata all’intensificarsi dell’impatto del cambiamento climatico».

L’UNICEF chiede quindi a tutti i paesi di impegnarsi a garantire che le misure di adattamento rivolte ai bambini siano al centro di tutti i piani per il clima con la massima priorità.

«Per essere efficaci, i piani di adattamento incentrati sui bambini e le misure di resilienza devono essere multisettoriali, coprendo i settori critici che sostengono la sopravvivenza e il benessere dei bambini: acqua e servizi igienici; salute, nutrizione e istruzione; politiche sociali e protezione dell’infanzia.  Devono anche concentrare risorse e attenzione per raggiungere i bambini più marginalizzati e vulnerabili delle comunità più povere.  Altrettanto importante, devono essere sviluppati e implementati con l’impegno e la partecipazione dei giovani – conclude Catherine M. Russell – assicurando che le loro voci siano ascoltate e che i loro bisogni vengano considerati nelle decisioni. Infine, devono essere adeguatamente e urgentemente finanziati e dotati di risorse. I giovani hanno già aspettato troppo a lungo che i leader intraprendessero le azioni forti e drastiche necessarie per limitare la crisi climatica».

Leggi l’articolo originale su Stradenuove.net
Ti potrebbe interessare
Ambiente / Cop29, i negoziati continuano ma i Paesi in via di sviluppo avvertono: “Non meno di mille miliardi di dollari”
Ambiente / Green Deal, la strategia europea per l’idrogeno verde
Ambiente / La perdita di biodiversità e le minacce per l’uomo: l’allarme lanciato dal Living Planet Report del WWF
Ti potrebbe interessare
Ambiente / Cop29, i negoziati continuano ma i Paesi in via di sviluppo avvertono: “Non meno di mille miliardi di dollari”
Ambiente / Green Deal, la strategia europea per l’idrogeno verde
Ambiente / La perdita di biodiversità e le minacce per l’uomo: l’allarme lanciato dal Living Planet Report del WWF
Ambiente / L’energia pulita è un diritto: ecco le proposte del Forum DD per un “welfare energetico locale”
Ambiente / Cop29 al via fra tante ombre e assenze illustri: Meloni c’è, ma continua a finanziare i fossili
Ambiente / Consumo responsabile: 5 consigli pratici alla portata di tutti
Ambiente / Ecomondo: come affrontare il rischio di povertà idrica e costruire nuovi modelli per le città del futuro
Ambiente / Più cooperazione per il Mediterraneo per affrontare il rischio di povertà idrica: l’agenda di AQP e Ambrosetti
Ambiente / Come ripensare le città di domani: Acquedotto Pugliese presenta il suo Water Safety Plan
Ambiente / Sostenibilità energetica: approcci moderni per la casa