Clima, Oms: “In Europa almeno 15mila morti per il caldo”. L’allarme di Al Gore: “Il Po si sta prosciugando”
Clima, Oms: “In Europa almeno 15mila morti per il caldo”. L’allarme di Al Gore: “Il Po si sta prosciugando”
L’emergenza climatica sta già causando vittime, ma un intervento immediato potrà salvare altre vite in futuro. È il messaggio lanciato oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità, nel giorno in cui ha preso il via in Egitto la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nota come Cop27.
Secondo l’Oms, almeno 15mila persone sono morte in Europa per l’eccezionale ondata di caldo che ha travolto il Vecchio continente la scorsa estate.
Secondo una stima considerata ancora al ribasso, circa 4.500 persone hanno perso la vita in Germania per motivi specificamente legati al caldo di quest’anno, quasi 4.000 in Spagna, oltre 3.200 in Regno Unito e più di 1.000 in Portogallo. La Francia ha invece registrato 11.000 decessi in eccesso nel periodo tra il 1° giugno e il 22 agosto rispetto allo stesso periodo del 2019, prima della pandemia da covid-19. Secondo l’Istituto nazionale di statistica e studi economici (Insee) francese, questi dati “sono probabilmente spiegati dall’ondata di caldo verificatasi a metà luglio, dopo un’iniziale di ondata di caldo già a metà giugno”.
Anche se non tutti i paesi europei hanno ancora comunicato i dati relativi agli extra decessi, il dato provvisorio di 15mila vitime è già preoccupante: nei precedenti 50 anni sono state 148mila le vittime totali per il caldo. Il continente europeo, sottolinea l’Oms, è la regione che si scaldata maggiormente nei 60 anni tra il 1961 al 2021, con un aumento medio di 0,5 gradi per decennio.
“Abbiamo bisogno di maggiore azione nella nostra regione europea e oltre”, ha detto il direttore per la regione europea Hans Kluge, che ha invocato maggiori sforzi nell’adattamento e nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. “Dobbiamo farlo ora se vogliamo evitare che la crisi climatica si trasformi in un disastro climatico irreversibile per la nostra regione e l’intero pianeta”.
L’estrema siccità della scorsa estate è stata citata anche da Al Gore, uno dei pionieri della lotta al cambiamento climatico, intervenuto oggi alla Cop27 a Sharm el-Sheikh. “Il delta del Nilo si sta salinizzando”, ha detto Gore, che ha citato anche la salinizzazione del delta del Mekong: “la stiamo causando noi”. “La siccità sta prosciugando il possente Mississippi nel mio paese, il Tigri e l’Eufrate, nella culla della civiltà, il fiume Po in Italia, la Loira in Francia, il Reno in Germania”, ha affermato l’ex vicepresidente degli Stati Uniti, sconfitto da George W. Bush nel contestato voto del 2000. “In tutto il mondo le più grandi riserve idriche stanno raggiungendo quello che viene definito uno status di ‘dead pool’”, ha aggiunto Gore, facendo riferimento alla soglia sotto la quale l’acqua di una riserva non è più in grado di scorrere a valle.
“Gli esperti prevedono un miliardo di migranti climatici che attraverseranno i confini internazionali in questo secolo”, ha sottolineato il politico democratico, insignito del premio Nobel per la pace nel 2007. “Siamo tutti qui oggi perché continuiamo a usare il sottile guscio blu dell’atmosfera che circonda il nostro pianeta come una fogna a cielo aperto”, ha evidenziato. “Per questo stiamo assistendo a questi disastri”.