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Home » Ambiente

A Londra alcuni autobus usano il caffè come benzina

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Nella capitale inglese venivano già utilizzati rifiuti alimentari come carburante per i bus, ma l'uso del caffè potrebbe produrre benefici ancora maggiori per l'ambiente

Da ieri alcuni bus di Londra sono alimentati dagli scarti del caffè, grazie ad un progetto della start-up britannica Bio-Bean in accordo con la compagnia petrolifera Shell. La miscela creata dalla collaborazione delle due aziende è composta per il 20% da biocarburanti, al cui interno c’è l’olio estratto dai fondi del caffè, e per l’80% da diesel.

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Bio-Bean aveva iniziato ad usare i fondi di caffè come combustibili per camini e stufe già quattro anni fa, permettendo quindi di riciclare la parte del caffè che non viene consumata. Con l’appoggio dell’azienda Shell, del governo britannico e di investitori privati, ha continuato ad investire sul processo, riuscendo ad applicarlo al settore dei trasporti.

I materiali sono prelevati direttamente dai bar e dai ristoranti di Londra, comprese alcune celebri catene italiane, che forniscono all’azienda gli scarti del caffè che poi vengono sottoposti al processo per l’estrazione dell’olio negli stabilimenti situati ad Alconbury, in un distretto del Cambridgeshire, nel Regno Unito. A questo punto viene aggiunto il diesel, che compone l’80% della miscela, e il composto viene mandato a Londra nei centri in cui i bus fanno rifornimento.

Se gli autobus di Londra erano già in parte alimentati attraverso rifiuti, come l’olio usato per cucinare, questa è però la prima volta che viene impiegato del caffè. Secondo quanto afferma l’azienda il combustibile ecologico che ne deriva permettere di ridurre le emissioni di carbonio degli autobus del 5%.

Bio-Bean produce 6mila litri di carburante ogni anno, e progetta di espandersi anche ai taxi e nel resto d’Europa, prendendo in considerazione anche gli Stati Uniti. Arthur Kay, il fondatore dell’azienda, ha detto all’Independent: “Siamo alla ricerca di posti dove il caffè viene consumato in gran quantità. I primi piani di espansione riguardano quindi paesi dove ci sono già molte fabbriche di caffè.”.

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