Il buco dell’ozono si sta chiudendo, l’annuncio dell’Onu: “Entro il 2040 la perdita sarà completamente recuperata”
Il buco dell’ozono si sta chiudendo, l’annuncio dell’Onu
Una volta il buco dell’ozono era il pericolo ambientale più temuto dall’umanità, ma secondo una nuova valutazione delle Nazioni Unite, la maggior parte dello strato atmosferico che protegge il pianeta dalle radiazioni ultraviolette sarà probabilmente completamente recuperato entro il 2040. I poli impiegheranno un po’ più di tempo: lo strato di ozono si riprenderà completamente entro il 2045 sull’Artico e entro il 2066 sull’Antartide.
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A seguito dell’allarme per la perdita di ozono negli anni ‘80, lo strato di ozono è stato in costante miglioramento sulla scia del protocollo di Montreal del 1989, un accordo internazionale che ha contribuito ad eliminare il 99% delle sostanze chimiche che riducono l’ozono, come i clorofluorocarburi che sono stati utilizzati come solventi e refrigeranti.
Lo strato di ozono nell’atmosfera superiore protegge la Terra dalle radiazioni ultraviolette del sole, che è legata al cancro della pelle, alle cataratte oculari, ai sistemi immunitari compromessi e ai danni ai terreni agricoli.
Gli scienziati hanno affermato che le emissioni globali del clorofluorocarburo chimico vietato-11, o CFC-11, che è stato utilizzato come refrigerante e nelle schiume isolanti, sono diminuite dal 2018 dopo essere aumentate inaspettatamente per diversi anni. Gran parte delle inaspettate emissioni di CFC-11 proveniva dalla Cina orientale, afferma il rapporto.
Il rapporto ha anche rilevato che il cloro chimico che riduce lo strato di ozono è diminuito dell’11,5% nella stratosfera da quando ha raggiunto il picco nel 1993, mentre il bromo è diminuito del 14,5% da quando ha raggiunto il picco nel 1999.
L’ONU ha affermato che l’azione intrapresa sullo strato di ozono ha anche rafforzato la risposta più pesante alla crisi climatica: i CFC sono anche gas a effetto serra e il loro continuo uso incontrollato avrebbe aumentato le temperature globali fino a 1 °C entro la metà del secolo, peggiorando una situazione già terribile in cui i gas che si stanno riscaldamento planetari non stanno ancora diminuendo.