Che fine ha fatto il gatto di Assange, “sfuggito” all’arresto
Julian Assange, fondatore di Wikileaks, è stato arrestato l’11 aprile dopo aver trascorso gli ultimi 7 anni nell’ambasciata dell’Ecuador nel Regno Unito.
Ma che fine ha fatto il suo gatto, divenuto famoso dopo i rimproveri che l’hacker aveva ricevuto dal personale diplomatico per il mondo in cui trattava il felino?
Secondo quanto scrivono i media britannici il gatto James non era nelle stanze della rappresentanza diplomatica dell’Ecuador quando gli agenti sono arrivati a prelevare Assange.
Il felino, che era stato spesso avvistato negli ultimi mesi affacciato alla finestra dell’ambasciata con indosso una cravatta a righe bianche e rosse, sembra sia stato portato via da amici dell’hacker nei mesi precedenti.
A fine 2018 il gatto era stato al cento di una querelle tra Assange e il personale diplomatico dell’ambasciata dell’Ecuador, che gli aveva intimato di prendersi maggior cura del felino.
I funzionari avevano presentato all’hacker delle vere e proprie linee guida da rispettare per garantire il benessere del suo animale domestico, minacciando di “sequestrargli” il gatto.
Ad Assange era stato chiesto di occuparsi del “benessere, del cibo, dell’igiene e della cura” del suo animale domestico, regalatogli dal figlio.
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