L’Isis uccide Alan Henning
Lo Stato Islamico ha diffuso un video che mostra la decapitazione dell'ostaggio britannico Alan Henning
L’Isis ha pubblicato un nuovo video in cui viene mostrata la decapitazione dell’ostaggio britannico Alan Henning, 47 anni.
Vestito di arancione come le precedenti vittime, Alan Henning, inginocchiato ai piedi del suo boia ha dichiarato: “Sono Alan Henning e a causa della decisione del parlamento britannico di attaccare lo Stato Islamico, come membro della popolazione britannica pago il prezzo di tale decisione”.
Henning è il quarto occidentale ucciso dall’Isis dopo James Foley, Steven Sotloff e David Cawthorne Haines, anche se sarebbe il quinto se si considera il francese Herveè Gourdel ucciso in Algeria.
Il boia che ha decapitato Henning è sempre lo stesso, “Johnny il jihadista”, identificato dalla Cia come un britannico di Londra. Nel video ha personalmente pronunciato queste parole:
“ll sangue di David Haines era sulle tue mani, Cameron, e adesso anche Alan Henning verrà sgozzato, ma il suo sangue è sulle mani del parlamento britannico.”
Come ormai macabra consuetudine, in seguito alla decapitazione di Henning, vengono rivolte minacce a un nuovo ostaggio, indicato come prossima vittima. Si tratta dell’americano Peter Edward Kassig.
Il boia continua:
“Obama, hai cominciato i bombardamenti aerei su Shams (in Siria), che continuano a colpire la nostra gente, quindi è giusto che il prossimo che colpiremo sia uno dei tuoi.”
Henning era stato catturato il 26 dicembre scorso, poco dopo aver attraversato il confine tra Turchia e Siria. Era originario di Manchester, dove faceva il tassista. Secondo il giornalista olandese Harald Doornbos, Henning lavorava per una Ong musulmana, ed era stato mostrato in precedenza, al termine del video in cui veniva ucciso David Cawthorne Haines.
Nei giorni scorsi la moglie di Alan Henning, Barbara, aveva rivolto uno straziante appello all’Isis affinché venisse liberato il marito 47enne e padre di due figli attraverso le telecamere della Bbc: “Chiedo allo Stato islamico, per favore liberatelo, abbiamo bisogno che torni a casa”.
Secondo fonti dell’Isis, lo Stato Islamico avrebbe mandato un messaggio audio alla moglie di Henning in cui il marito supplicava di essere liberato. Prima della partita dello scorso martedì tra Manchester City e Roma, una foto di Henning era stata proiettata sul maxischermo dell’Ethiad stadium, a Manchester.
Il fatto che si trattasse di un lavoratore umanitario aveva fatto prendere posizione a un folto gruppo di alti rappresentanti del mondo musulmano che avevano sconfessato la legittimità del Califfato e quanto sta succedendo in Siria e Iraq. Tra loro, il giudice Sheikh Haitham al-Haddad aveva detto che l’omicidio di Henning non sarebbe stato permesso dalla legge islamica.
L’uomo minacciato nel video con cui è stata mostrata la decapitazione di Henning, l’americano Peter Kassig, è un ex ranger dell’esercito inviato in Iraq nel 2007 che in passato ha lavorato come cooperante in un ospedale libanese.
Kassig ha recentemente messo insieme una squadra d’emergenza di volontari per aiutare i profughi siriani all’interno del Paese e in Libano. La rivista Time gli ha dedicato un articolo nel gennaio 2013.
L’Isis tiene prigioniera anche una donna americana, che si è recata in Siria con scopi umanitari. La famiglia della donna e l’Fbi hanno chiesto ai media di non fare il suo nome per non esporla a ulteriori rischi.
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(Ha collaborato Luisa Pace)