“Sono gay e leghista”, il doppio coming out del consigliere comunale della Lega Umberto La Morgia
L'attacco alle associazioni Lgbt
Umberto La Morgia: “Sono gay e leghista”
“Sono gay e leghista”. È il doppio coming out del consigliere comunale di Casalecchio di Reno (Bologna) Umberto La Morgia. In una lunga intervista a La Verità, il trentenne ha ammesso di non volersi riconoscere “in una lettera della sigla Lgbt”. Che sta per Lesbian, Gay, Bisexual e Transgender, a cui a volte si aggiungono la Q di Queer e la I di Intersexual.
“Le associazioni che organizzano i gay pride – spiega il suo punto di vista – fanno lobby ma non rappresentano affatto la totalità del mondo omosessuale. Hanno i mezzi per poter gridare molto forte, dunque possono fare pressioni sulla politica, influenzare l’opinione pubblica, pure rappresentando una piccola parte di questo mondo”. “Al gay pride ci va chi non ha una forte identità”, dice.
Per queste sue opinioni, che non ha mai nascosto nemmeno nella sua vita politica pubblica e sui social, Umberto La Morgia è stato più volte accusato di omofobia. Come durante il dibattito sulla legge regionale contro l’omotransfobia che l’Emilia Romagna ha approvato a fine luglio. “Quando sento parlare di omofobia – dice La Morgia – spesso penso che si stia parlando del sesso degli angeli”.
Cos’è l’omofobia per il consigliere “gay e leghista”
Per il consigliere leghista “È un concetto che troppe volte viene utilizzato in maniera strumentale per mettere a tacere o gettare discredito sul pensiero che si discosta dalla filosofia dei gruppi Lgbt”.
“È omofobo chi difende la famiglia naturale, chi è contrario all’utero in affitto, all’inseminazione artificiale delle lesbiche? – chiede – È omofobo chi pensa che nelle scuole non si dovrebbe insegnare ai bimbi che possono cambiare sesso quando vogliono?”. La Morgia ha la sua risposta: “Se questa è omofobia, allora io sono omofobo”. E ridendo svela: “Mi dicono che ho l’omofobia interiorizzata”.
I diritti di pochi (e dei migranti)
Per il consigliere comunale della Lega è un problema di “diritti”: “Quando parlano di diritti – dice, riferendosi ai rappresentanti dello “strapotere arcobaleno” in Emilia Romagna – intendono i diritti loro, quelli di una minoranza nella minoranza. C’è molta attenzione al diritto dell’adulto e al suo egoismo, ma non alle esigenze dei bambini. Io, per esempio, penso che i figli non siano un diritto”.
Anche sui diritti dei migranti, La Morgia ha un’idea chiara: “Ma perché un gay deve essere per forza a favore dell’immigrazione di massa? Le associazioni Lgbt parlano dei migranti perché cercano nuovi adepti visto che molti gay non si sentono rappresentati da loro”. Una posizione, indubbiamente, un po’ complottista.