La mafia usa ancora la Lira come moneta parallela: ecco come
Mafia Lira moneta parallela | Mentre il dibattito pubblico e il governo si dividono sulla delicata questione dei Minibot, pare che un’altra moneta parallela all’Euro circoli indisturbata in Italia.
Si tratta della Lira, il vecchio conio abolito nell’ormai lontano febbraio 2002, data in cui il nostro Paese aderì al progetto europeo di una moneta unica, l’Euro.
A riportare la notizia (di cui non è tuttavia la prima volta che si parla) è il sito americano Bloomberg che cita come fonte Giuseppe Arbore, Ufficiale Colonnello della Guardia di Finanza italiana.
Mercoledì 12 giugno Arbore ha parlato di fronte al Parlamento e ha dichiarato che, lontana dall’essere sparita dal panorama nazionale, la Lira è più presente che mai nei mercati criminali. La mafia e le organizzazioni illegali del nostro Paese si servirebbero del vecchio conio per operare le loro transazioni.
Del resto, risale solo a fine marzo di quest’anno la scoperta della Guardia di Finanza di un’ingente quantità di banconote del vecchio conio nelle cassaforti segrete del clan dei Casalesi (Napoli).
Mafia Lira moneta parallela | “Continuiamo a scoprire grandi quantità di lire- ha affermato Giuseppe Arbore durante il suo discorso in Parlamento-. La Lira italiana costituisce, ancora, parte di transazioni illecite“.
Sollecitato a portare qualche esempio, Arbore ha risposto di non poter dire altro per non compromettere le indagini in corso. Il Colonnello ha tuttavia esposto il sistema utilizzato dalle organizzazioni mafiose che si servono ancora della Lira.
“Quando una banconota è accettata internamente da un’organizzazione, anche se si trova al di fuori della legge in quanto a valore legale, può comunque regolare le transazioni. Mi riferisco ovviamente a organizzazioni illegali”, ha detto.
Allo stato attuale, non è chiaro come le mafie siano in grado di convertire le Lire in Euro.
La rivelazione arriva- non casualmente- nei giorni che seguono l’intenso dibattito del governo sulla pertinenza o meno di affiancare i Minibot alla moneta corrente, l’Euro. Fortemente voluta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, la proposta è invece avversata, fra gli altri, dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria e dal presidente uscente della BCE Mario Draghi.
Fra i motivi addotti dagli oppositori dei “titoli di Stato di piccolo taglio” (Minibot) c’è proprio il rischio che il loro utilizzo si traduca in una pratica illegale, in quanto usata come moneta parallela.