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Home » Economia

L’Italia risponde alla lettera dell’Ue: “Meno spesa per reddito e Quota 100”

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Lettera Ue Italia risposta | Lettera Ue manovra | Italia risponde lettera Ue

Diventa un caso la lettera che il governo italiano deve inviare entro questa sera in risposta alla missiva inviata da Bruxelles lo scorso mercoledì. Secondo alcune anticipazioni diffuse dalle agenzia di stampa, il governo starebbe pensando a rivedere le spese per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022. Una revisione che taglierebbe, sempre secondo le prime indiscrezioni, le spese sociali e le risorse previste per Quota 100 e per il reddito di cittadinanza.

Il ministero del Tesoro, tuttavia, in una nota ufficiale ha affermato che la lettera del ministro dell’Economia Giovanni Tria non è ancora stata inviata alla Commissione europea.

“Il Mef smentisce nel modo più categorico le notizie di stampa che anticiperebbero i contenuti della lettera che il ministro Tria si prepara a inviare alla Commissione europea. Tali contenuti non corrispondono alla realtà. Come si potrà constatare quando si prenderà visione della lettera che sarà firmata dal ministro e inviata a Bruxelles”, si legge nella nota ufficiale.

Secondo fonti di Palazzo Chigi, la bozza è stata appena ricevuta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che “non l’ha quindi approvata”. Le fonti hanno aggiunto: “peraltro la versione che è stata anticipata dagli organi di informazione non è quella che in questo momento è in visione al presidente Conte.

Anche il vicepremier e capo politico del Movimento 5 Stelle non ha confermato le indiscrezioni: “Il M5s non ne sa nulla, non ce ne siamo occupati noi, non è stata condivisa con noi. Sicuramente noi non tagliamo le spese sociali, né il reddito né quota 100”. E ha aggiunto: “Magari è utile fare un vertice di maggioranza con la lega insieme al presidente conte e allo stesso tria, così sistemiamo insieme questa lettera, prima che qualcuno la mandi a Bruxelles!”.

Lettera Ue Italia risposta | Le anticipazioni 

“Il Governo sta avviando una nuova revisione della spesa e riteniamo che sarà possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022”, secondo le prime indiscrezioni, avrebbe scritto il ministro dell’Economia Giovanni Tria nella lettera di risposta inviata alla Commissione europea.

“In linea con la legislazione in vigore, il programma di stabilità prevede un aumento delle imposte indirette pari a quasi l’1,3 per cento del Pil, che entrerebbe in vigore nel gennaio 2020. I partiti politici hanno espresso riserve circa il previsto aumento dell’Iva, ma abbiamo comunque un ventaglio di misure alternative onde garantire il suddetto miglioramento strutturale”, secondo le prime anticipazioni, avrebbe aggiunto il ministro dell’Economia.

Il Governo, si leggerebbe nella lettera di risposta alla Commissione Ue, intende introdurre “ulteriori misure per semplificare il sistema fiscale e migliorare la fedeltà fiscale. Il Parlamento ha invitato il Governo a riformare, fatti salvi gli obiettivi di riduzione del disavanzo per il periodo 2020-2022, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, riducendo il numero degli scaglioni e la pressione fiscale gravante sulla classe media. Si effettuerà anche una revisione di detrazioni ed esenzioni fiscali”.

Lettera Ue Italia risposta | Le reazioni 

È il vicepremier e il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio il primo a commentare, e a smentire, le parole del ministro dell’Economia Giovanni Tria: “La lettera preparata dal ministro Tria con la Lega? Il M5S non ne sa nulla, non ce ne siamo occupati noi, non è stata condivisa con noi. Sicuramente noi non tagliamo le spese sociali né il reddito né quota 100”.

Il ministro dello Sviluppo economico puntualizza ancora su Facebook: “Magari è utile fare un vertice di maggioranza con la Lega insieme al presidente Conte e allo stesso Tria, così sistemiamo insieme questa lettera, prima che qualcuno la mandi a Bruxelles!”.

Un ulteriore post pubblicato sul blog del Movimento 5 Stelle ribadisce: “Secondo le prime indiscrezioni nella lettera da inviare alla UE, che Tria e la Lega hanno scritto, sono previsti tagli allo stato sociale per il triennio 2020-2022. Questa scelta è incomprensibile e sono necessarie delle spiegazioni. Gli italiani si aspettano da questo governo lotta all’austerità europea e questo è quello che dobbiamo fare, non i tagli al welfare!”.

Filippo Sensi, deputato del Partito Democratico, ha commentato su Twitter: “Quindi per pagare i due stracci elettorali di Lega e 5 stelle, Reddito e Quota 100, si tagliano servizi e welfare per i cittadini nei prossimi anni? Ho capito male?”.

Ue, il testo della lettera inviata dalla Commissione Ue all’Italia sull’eccesso di debito

Procedura di infrazione per deficit eccessivo: cosa rischia l’Italia dopo la lettera della Commissione Ue

Italia risponde lettera Ue | Salvini incontra Tria

La lettera è finita al centro del dibattito politico degli ultimi giorni. Ieri, 30 maggio, il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini ha incontrato il ministro dell’Economia per discutere della risposta inviata all’Ue (Qui i dettagli)

La riunione è durata circa un’ora e mezza e tra i presenti vi erano anche Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia, Claudio Borghi e Alberto Bagnai.

“È stato un colloquio interessante e utile su tutti i temi economici, abbiamo discusso dell’atteggiamento da tenere nei confronti dell’Europa, della necessità di sbloccare i cantieri e le grandi opere, in generale del rilancio economico del Paese”, ha detto Matteo Salvini.

Lettera Ue Italia risposta | Il commento di Di Maio

Un commento sulla lettera ricevuta dall’Ue è giunto anche dal vicepremier 5 Stelle.

“La lettera che ci ha inviato l’Ue è totalmente assurda, vogliono aprire una procedura di infrazione sul debito del 2018 fatto dal Pd. Potevano prendersela col Governo di prima e se la stanno prendendo con noi.Ma l’Italia non si piega”.

Lettera Ue manovra

Il 29 maggio la Commissione europea ha inviato al ministro dell’Economia Giovanni Tria una lettera, firmata dai commissari Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis, per chiedere spiegazioni circa i motivi che hanno portato l’Italia a deviare dagli impegni del Patto di Stabilità.

Nello specifico, l’Ue aveva chiesto che venissero precisati i fattori rilevanti che hanno portato al peggioramento del deficit strutturale e quindi all’aumento del debito.

La lettera mette sotto la lente d’ingrandimento i conti pubblici dell’Italia a partire dalle raccomandazioni inviate già a maggio 2018 e in cui si chiedeva all’Italia un miglioramento di 0,3 per cento del saldo strutturale per il 2018, e di 0,6 per cento nel 2019.

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