La figlia del leader del Congresso delle Famiglie a TPI: “Mio padre maschilista, evento da Medioevo, Dio ama le famiglie arcobaleno”
Maria Gandolfini ha raccontato la sua storia a TPI: "Mio padre vuole che bruci all'inferno perché sono separata, da lui non ho mai ricevuto amore"
“Il rapporto con mio padre si è incrinato quando mi sono ribellata al suo pensiero maschilista e retrogrado”.
A parlare a TPI è Maria Gandolfini, 36 anni, primogenita del professor Massimo Gandolfini, fondatore del Family Day e portavoce del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, l’uomo che ha aperto il Congresso delle Famiglie a Verona venerdì 29 marzo.
“Io penso che Gesù Cristo ami gay, lesbiche, famiglie colorate, così come tutte le altre”, ci dice Maria in una toccante intervista in cui racconta la sua storia di figlia a cui è sempre mancato l’amore paterno, e che dall’ideologia paterna ha preso progressivamente le distanze.
“Non mi è mai mancato niente dal punto di vista economico: ho frequentato le migliori scuole, avuto i migliori vestiti. Ma mi è mancato l’amore paterno: una carezza quando ero triste e piangevo, un abbraccio quando sbagliavo. È quello che faccio con miei figli. Li amo ancora di più quando cadono, gli do coraggio. Io questo non l’ho avuto. Cadevo e venivo allontanata, così la ferita diventava più grande”.
Maria è a Verona con il suo compagno Daniel, 22 anni. Si è separata dal marito e suo padre non lo ha mai accettato: “Mi considerava una pecora nera, una delusione totale. Ma se mi amasse, come mia madre, non mi vorrebbe far marcire tra le fiamme dell’inferno solo perché sono separata. Lui mi considera un mostro, ritiene che la mia famiglia sia da nascondere, da seppellire da non far vedere, qualcosa di cui vergognarsi.
“Io invece sono qui col mio compagno e con le mie figlie – prosegue Maria – per far vedere quanto è bella la mia famiglia allargata”.
Per Maria il concetto di famiglia tradizionale sostenuto da suo padre è una sorta di “maschera perfetta, una facciata”, con coppie che sembrano amarsi, salvo poi assistere in casa a “liti strepitose”. Persone che “non si guardano negli occhi, non si fanno una carezza”, magari “non fanno l’amore”.
Il professor Massimo Gandolfini ha aperto il Congresso delle Famiglie di Verona venerdì 29 marzo. Nel suo intervento ha affermato: “L’aborto è l’omicidio di un bambino in utero. La legge 194 è stata applicata soltanto negli articoli che permettono la soppressione di una vita e non in quelli aiutano la maternità”.
“Noi parliamo con chiunque ci voglia ascoltare. Noi non abbiamo un partito di riferimento. Siamo molto contenti dell’interlocuzione che è in atto con i partiti del centrodestra” ha poi spiegato Gandolfini dando il benvenuto ai partecipanti ai lavori.
Il Congresso delle Famiglie terminerà domenica 31 marzo. È un evento che si tiene per la prima volta nella sua storia in Italia, fortemente voluto dal ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana.
Tutti gli eventi della kermesse avranno un filo conduttore comune: una ferma opposizione alla legge 194 sull’aborto, ai matrimoni gay, al welfare esteso alle coppie omosessuali e l’impegno per la riaffermazione della famiglia tradizionale.