Fascisti e razzisti potranno entrare in Parlamento: Lega e M5s cambiano le regole elettorali
Lega e M5s stelle cambiano il codice antimafia relativo all’incandidabilità degli esponenti politici.
I reati di opinione, quali l’apologia del fascismo e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, sono stati esclusi dal “cumulo” di pene – che rende impresentabile chi somma condanne per oltre 4 anni – previsto dal codice di autoregolamentazione per le candidature alle elezioni approvato ieri, mercoledì 27 marzo, dalla Commissione parlamentare antimafia.
Questa è stata, come ha spiegato in conferenza stampa il presidente della Commissione Nicola Morra e riportato da Huffington Post, una delle ragioni che ha portato all’astensione forze di opposizione, con in testa il Partito Democratico che ha abbandonato in segno di protesta l’aula al momento del voto.
“Nulla impedisce”, ha detto Nicola Morra, “che con la prossima revisione altri reati di particolare gravità possano essere presi in considerazione”.
L’emendamento di Lega e Movimento 5 stelle stralcia, di fatto, dal nuovo codice Antimafia i reati su discriminazione razziale, etnica e religiosa tra quelli che impediscono la candidatura.
Chiunque abbia accumulato pene per complessivi quattro anni di condanna, dice il “nuovo” Codice, non è candidabile alle elezioni.
Ma tra i reati commessi Cantalamessa (Lega) e Giarrusso (M5s) hanno eliminato quanto previsto dai seguenti articoli:
- articolo 595 c.p.: diffamazione;
- artt. 2 e 3 del decreto legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205: Legge Mancino recante misure urgenti in materie di discriminazione razziale, etnica e religiosa;
- artt. 604-bis: propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.