“Controcorrente”, il primo documentario ambientalista a impatto zero
In Piemonte nasce un bosco con gli alberi piantati per compensare le emissioni prodotte durante il documentario che racconta lo stato dell’acqua in Italia
“Controcorrente”, il documentario sullo stato dell’acqua in Italia, sarà il primo a impatto zero dal punto di vista ambientale. Lo annunciano gli autori Claudia Carotenuto e Daniele Giustozzi che il 23 marzo 2019 dalle ore 12:00, presso la Riseria San Giovanni Fontanetto Po (Vercelli), pianteranno il corrispettivo arboreo delle emissioni di Co2 prodotte per la realizzazione del docu-film ambientalista, in collaborazione con la Regione Piemonte. L’evento si svolgerà insieme alla troupe e ai sostenitori del documentario ed è aperto a tutti.
“Nonostante le accortezze e l’attenzione nei confronti dell’ambiente, per la realizzazione di Controcorrente sono stati emessi circa 2613 kg di Co2 eq”, spiegano gli autori in un comunicato. “Il Calcolo della Carbon Footprint è stato ultimato da due studenti di Economia dell’Ambiente della Cultura e del Territorio dell’Università di Torino e permetterà alla squadra di Controcorrente di compensare quelle emissioni necessarie alla realizzazione di un prodotto cinematografico, rendendo Controcorrente il primo documentario a impatto zero”.
“Non sarà solo il corrispettivo arboreo delle emissioni del Documentario ad essere piantato in questa giornata, per l’iniziativa saranno a disposizione ulteriori 200 alberi, prenderà vita in questo modo il bosco di Controcorrente”.
“Controcorrente” è un documentario sullo stato dell’acqua in Italia, un reportage on the road, un’inchiesta e una missione ambientalista di una giornalista e di uno studente di economia dell’ambiente che attraversano la Penisola per indagare l’aspetto ambientale, economico, politico, sociale e storico dell’acqua.
Un viaggio andata e ritorno in 15 regioni italiane, documentando altrettante realtà, dai ghiacciai del Piemonte al delta del Po, fino alla terra siciliana martoriata dalla mafia, passando per la laguna di Venezia e i cantieri mai terminati delle dighe calabresi. Incontrando, tra gli altri, i ricercatori del CNR, quelli del CMCC, gli attivisti di Greenpeace e i volontari di Legambiente.
Tutto questo è stato possibile grazie al sostegno di centinaia di persone che hanno creduto nel progetto. Le riprese del documentario sono state finanziate grazie ai fondi raccolti sulla piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso, con una raccolta fondi che è ancora aperta.
Al momento il documentario è in fase di montaggio e uscirà a giugno. Una volta ultimato, le emissioni derivanti dalla post-produzione verranno compensate in un secondo evento.