“Sono un fascista, devo difendere la razza bianca”: l’inquietante auto-intervista dell’autore della strage in Nuova Zelanda
Nel manifesto di rivendicazione dell’attacco contro la comunità islamica in Nuova Zelanda, uno degli attentatori, la “mente” di tutto, ha deciso di riportare un’inquietante auto-intervista. Si immagina davanti a un inesistente cronista. E così traccia il suo profilo. Ne esce un ritratto inquietante. Di seguito alcune domande che abbiamo tradotto.
Solo un uomo bianco normale, di 28 anni. Nato in Australia da una famiglia della working class. I miei genitori sono di origine scozzese, irlandese e inglese. Ho avuto un’infanzia normale, senza grandi problemi. Non ho frequentato l’università perché non avevo un grande interesse a studiare. Ho lavorato per un breve periodo, poi ho iniziato a investire in Bitcoin e usato quei soldi per viaggiare. Ripeto: sono solo un uomo bianco normale che ha deciso di prednere posizione per garantire un futuro alla mia gente. Per incitare alla violenza, alla rappresaglia contro chi occupa le nostre terre. Per mostrare gli effetti dell’azione diretta. Per creare un clima di paura e cambiamento.
Per dimostrare agli invasori che le nostre terre non saranno mai le loro. Che saranno nostre finché esisterà l’uomo bianco. Non le conquisteranno MAI. Non si sostituiranno a noi. Poi per vendicare le migliaia di vittime bianche causate dagli invasori stranieri. Per vendicare i bianchi trattati da schiavi nelle loro terre dagli islamici. Per vendicare le vittime bianche degli attentati islamici. Per ridurre “direttamente” il numero di immigrati nelle terre dei bianchi terrorizzandoli o, se necessario, rimuovendoli fisicamente. Per svegliare il mio popolo.
Milioni di europei e di altri popoli etno-nazionalisti che desiderano vivere in pace tra la propria gente, vivendo nelle proprie terre, praticando le proprie tradizioni e decidere il futuro della propria specie.
Non sono membro diretto di alcuna organizzazione o gruppo, sebbene io abbia
fatto parte di molti gruppi nazionalisti
No. Nessun gruppo ha ordinato il mio attacco, ho preso la decisione da solo. Ma ho contattato i nuovi Cavalieri Templari (gli stessi citati più volte da Breivik, ndr) per avere una benedizione all’attacco. Benedizione che è stata data.
Il numero totale di persone che fanno parte di queste organizzazioni è in termini di milioni. Migliaia i gruppi. Ci sono persone di ogni ceto sociale che fanno parte soprattutto dei corpi militari e sono nelle forze dell’ordine. Nazionalisti e “etno-nazionalisti” cercano oggi lavoro soprattutto in comparti che servono le nazioni e le comunità. Dentro le forze armate europee ci sono migliaia di soldati aderenti a gruppi nazionalisti.
Sostengo molti di coloro che hanno preso posizione contro il genocidio etnico e culturale. Luca Traini, Anders Breivik, Dylan Roof, Anton Lundin Pettersson, Darren Osbourne.
Garantire l’esistenza della nostra gente e un futuro per i bambini bianchi.
Il mio modo di pensare è cambiato due anni fa, tra aprile e maggio del 2017. (…). In quel periodo ero in viaggio in Europa, tra Francia, Spagna e Portogallo. Il 7 aprile 2017 l’attentato di Stoccolma (un camion guidato investì e uccise 5 persone, ndr). (…) Da quel momento ho capito che non potevo più fare come se niente fosse. Il secondo evento sono state le elezioni francesi del 2017 (vinte da Emmanuel Macron contro Marine Le Pen, ndr). La vittoria di un internazionalista, un globalista, un ex banchiere, un amico degli immigrati mi ha fatto capire che la Francia era veramente il simbolo dell’invasione islamica. L’ho visto con i miei occhi. (…). In ogni città francese ci sono invasori e i francesi sono spesso minoranza. Gli immigrati erano in ogni piazza, facevano compere nei centri commerciali.
Perché sono un gruppo visibile e numeroso, invasori che arrivano da una cultura che ha i tassi di fertilità tra i più elevati. Sono loro che hanno occupato le terre della mia gente e che vogliono sostituirci etnicamente.
Ho iniziato a pianificare questo attacco con circa due anni di anticipo e ho scelto Christchurch tre mesi fa.
Avrei potuto scegliere qualsiasi arma o mezzo. Un furgone noleggiato, gas, una bomba. Qualsiasi strumento era alla mia portata. Ma ho scelto le armi per l’effetto che avrebbero avuto a livello mediatico e, soprattutto, negli Stati Uniti. Per difendere il secondo emendamento e sostenere la libertà di possedere un’arma. Per contrastare la sinistra che si sta opponendo a questa libertà.
La Nuova Zelanda non era la scelta iniziale. Mentre pianificavo l’attacco ho capito che la Nuova Zelanda era il posto perfetto: ricco e sicuro. E volevo proprio mostrare che oggi nessun luogo del mondo è al sicuro dagli invasori, che sono ormai arrivati anche nelle zone più remote del mondo.
No, vorrei solo poter uccidere altri invasori.
Sì, non mi piacciono. Ma chi odio di più sono i bianchi che si convertono, che voltano le spalle alla loro cultura. Sono dei traditori.
Sì, prevalentemente etno-nazionalista
No, i veri nazisti non esistono. Da più di 60 anni non sono più una forza politica o sociale.
No. Un ebreo che vive in Israele non è mio nemico, purché non cerchi di sovvertire o danneggiare la mia gente.
Questa è una categoria troppo ampia e indistinta. Quindi no, non sono un neo-nazista.
È complicato. Quando lo saprò, te lo dirò.
Sì. Per una volta, la persona che sarà chiamata fascista, è un vero fascista. E sono sicuro che per questo i giornalisti mi ameranno.