Spunta il profilo di Luigi Di Maio su Tinder, promette “fiori e il reddito di cittadinanza”
Fare match su Tinder con Luigi Di Maio non è cosa da poco. Ma se ti trovi nei pressi di Roma potresti imbatterti nel profilo di “Gigi, 32 anni, Università di Napoli Federico II”.
La foto non lascia spazio a esitazioni, è proprio quella del leader pentastellato, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Nella breve descrizione si legge “Sono campano, fuori sede a Roma da un po’ di tempo. Tifo Napoli e vorrei riprendere la carriera che o (volutamente senza h, ndr) iniziato qualche hanno (secondo errore, ndr) fa nell’industria del calcio”.
Il profilo Tinder di Luigi Di Maio è probabilmente un fake, ma abbiamo provato ugualmente a scambiare due chiacchiere con lui. Si presenta come un uomo galante “promette fiori e una card”. La card del reddito di cittadinanza. Sui social gli utenti sono impazziti e si è scatenata l’ironia.
Trovare ministri e parlamentari sull’app di dating più famosa al mondo non è una rarità. I politici sono infatti alla disperata ricerca di nuovi modi per raggiungere gli elettori e utilizzare uno strumento come Tinder può essere una soluzione per avvicinare il pubblico.
L’utilizzo delle app di incontri come strumento per accaparrarsi consenso e voti è una pratica che negli Stati Uniti è in uso già da qualche anno.
Anche in Italia abbiamo provato questa nuova tattica. Nel 2016 per le elezioni amministrative a Milano il radicale Marco Cappato aveva infatti utilizzato le app Tinder e Grinder in un’ottica strategica: “Cerchi un’altra storia? Alle elezioni comunali prova i #RadicaliConCappato!”.
La nascita di Tinder
Secondo una recente ricerca di Wearesocial e Hootsuite gli italiani attivi sui social media sono circa 31 milioni – 30 di essi sono anche utenti mensili attivi di FB, dei quali 24 milioni utilizzano il social di Mark Zuckerberg ogni giorno. Combinando questi dati con il fatto che ci siano parecchi single alla ricerca dell’amore abbiamo il quadro perfetto per l’ascesa di quella ormai ex-startup chiamata Tinder – sbarcata online nel 2012 aprendo le porte dell’online dating ad un nuovo gruppo demografico.
Se c’era un taboo che circondava il corteggiamento online è caduto quando i ventenni hanno cominciato a fare swipe: così come Grindr ha cambiato il mondo delle relazioni nella comunità gay, Tinder l’ha fatto con i Millennial. Dal suo debutto cinque anni fa Tinder ha collezionato oltre 50 milioni di swipe-user in oltre 190 paesi.
I millennials spendono in media 10 ore alla settimana sulle dating app e il numero di persone che usano la tecnologia per incontri online è più che triplicato dal 2013. Dall’app che mette al centro le donne Bumble a quella che si concentra sull’affinità intellettuale Sapio, nel 2018 ci sono migliaia di dating app pronte a soddisfare ogni esigenza.