Marche, agenti di polizia al gazebo della Lega per firmare una petizione in sostegno di Salvini: deriva autoritaria senza precedenti
Guardate bene questa foto. L’ha pubblicata, tutto soddisfatto, il senatore della Lega Nord Paolo Arrigoni sul suo profilo Instagram su cui campeggia come copertina la foto sua e dei suoi festosi compagni che indossano la maglietta IO STO CON SALVINI.
Per molti leghisti l’indagine contro il ministro dell’interno sul caso Diciotti è un attacco dei poteri forti e quindi hanno pensato bene, a proposito di rispetto dei poteri dello Stato, di ingaggiare una battaglia a suon di propaganda con bandiere, magliette, e gazebo nelle piazze.
Anche ieri, il senatore Paolo Arrigoni ha pubblicato sul suo account Instagram i risultati di questa loro “battaglia”: “In 53 comuni delle #Marche per gridare tutti insieme #SalviniNonMollare!» E poi: Ultimo aggiornamento della raccolta firme a sostegno di Matteo #Salvini nelle #Marche divise per provincia: Pesaro-Urbino 829 Ancona 333 Macerata 404 Fermo 386 Ascoli 916 Totale 2.866!!! #SalviniNonMollare”
Peccato che tra le foto ne appare una, poi prontamente cancellata, che risale alle 14 circa e che riprende due poliziotti in divisa (presumibilmente in servizio) che firmano al gazebo leghista ed è lo stesso Arrigoni che esulta scrivendo nella didascalia: Nelle #Marche anche gli agenti di Polizia firmano per sostenere il Ministro dell’Interno #Salvini. Fantastico! #Salvininonmollare.
E invece, caro senatore, non è fantastico proprio per niente. Storicamente le divise che appoggiano i politici piuttosto che la Politica sono state il preoccupante segnale di una deriva autoritaria.
La legge (quella di cui si occupa Salvini) e se ci pensate questo episodio fa il paio con le divise allegramente sfoggiate da un ministro dell’interno come se fossero ammennicoli utili per lanciare idea di sicurezza. E invece Salvini dovrebbe occuparsi di governare la legge, più che rappresentarla.
Ora ci piacerebbe sapere, non deve e essere certo un’indagine difficile, cosa ne pensa la Questura, cosa abbiano da dire i superiori di quei due poliziotti, e soprattutto cosa avrebbe da dire il ministro dell’interno Matteo Salvini su una vicenda che, oltre a fare schifo, richiede risposte e chiarimenti sulle responsabilità. In fretta.