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Il senatore De Falco fa ricorso contro l’espulsione dal M5S e cita in tribunale Di Maio

Immagine di copertina
Il senatore Gregorio De Falco. Credit: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Il senatore Gregorio De Falco ha presentato ricorso al Tribunale di Roma contro la sua espulsione dal Movimento Cinque Stelle. Nel ricorso, in particolare, viene depositata citazione nei confronti di Luigi Di Maio, capo politico del M5S.

De Falco [chi è] ritiene il provvedimento di espulsione “gravemente ingiusto e illegittimo sotto molteplici profili” e parla di “volontaria lesione delle guarentigie costituzionali sancite dall’articolo 67” della Costituzione, secondo cui “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

Il senatore era stato espulso dal M5S il 31 dicembre 2018, insieme al collega Saverio De Bonis (qui il suo profilo) e agli eurodeputati Giulia Moi (qui il suo profilo) e Marco Valli (qui il suo profilo). La decisione era stata presa dal Collegio dei Probiviri del movimento.

De Falco, nello specifico, avrebbe violato il Codice etico dei Cinque Stelle per essersi opposto al decreto sicurezza: il senatore infatti aveva votato contro il provvedimento su cui il Governo aveva posto la fiducia.

Prima del voto il senatore aveva dichiarato in un’intervista a TPI: “Se mi cacciano significa che il dissenso è vietato”.

L’articolo 3 del Codice etico M5S impone al parlamentare l’obbligo di “votare la fiducia, ogni qualvolta ciò si renda necessario, ai governi presieduti da un presidente del Consiglio dei ministri espressione del Movimento 5 Stelle”.

Secondo l’avvocato Lorenzo Borrè, legale di De Falco, chiedere a un parlamentare un comportamento come quello stabilito dall’articolo 3 significa pretendere “una fiducia in bianco che contrasta apertamente con il dettato dell’articolo 67 e 68 della Costituzione.

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