La Cina è una paese per vecchi: crollo delle nascite nel 2018
Secondo i dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica, nel 2018 i nuovi nati sono stati 15,23 milioni, un calo dell'11,6 per cento rispetto alle nascite del 2017, quando i nati erano stati 17,23 milioni. Mai così pochi dal 1961
La Cina non cresce, preoccupando i mercati, e invecchia. Anche se nel 2015 Pechino aveva autorizzato le coppie sposate ad avere un secondo figlio, il Dragone di figli inizia a farne pochi. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, nel 2018 i nuovi nati sono stati 15,23 milioni. La cifra porta la popolazione a 1,395 miliardi di persone, una diminuzione dell’11,6 per cento rispetto alle nascite del 2017, quando i nati erano stati 17,23 milioni.
È il dato più basso dal 1961, secondo i calcoli della società di servizi finanziari cinese Wind Information, citata dall’emittente televisiva Cnbc, e del demografo He Yafu citato dall’agenzia Bloomberg. E il peggiore dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949.
Le cifre non sono incoraggianti e non migliorano nemmeno le previsioni a lunga durata, quelle che secondo il governo avrebbero dovuto portare alla nascita di 21,88 milioni di bambini nel 2018. Invece, è calata la popolazione femminile in età fertile e sono aumentati gli over sessanta.
Un risultato che non sorprende ricercatori e analisti, che avevano già notato come le nascite fossero calate anche nelle regioni e province storicamente ad alto tasso di natalità. Come il caso di Wenzhou, nella provincia di Zhejiang, dove lo scorso anno il numero delle nascite è diminuito del 15,7 per cento rispetto al 2017. Un record: per la prima volta sono state meno di 100mila.
“Il numero dei nuovi nati continuerà a diminuire anche se il paese ha abrogato la politica del figlio unico e nonostante i suoi notevoli sforzi a sostegno dell’incremento demografico”, ha affermato Huang Wenzheng, co-fondatore dell’organizzazione non-profit di ricerca Cnpop.org.
Pil rallenta, al minimo dal 1990 – Nel quarto trimestre del 2018, la Cina rallenta lievemente al 6,4 per cento di crescita, contro il 6,5 per cento del terzo trimestre, segnando una crescita del 6,6 per cento per l’anno scorso, al tasso di espansione più basso dal 1990. A rivelarlo sono gli ultimi dati diffusi dall’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino.
Le cifre dell’ultimo trimestre del 2018 sono ai minimi dal 2009 e risentono della disputa tariffaria in corso con gli Stati Uniti, ma risultano in linea con le attese: per il 2019 non è da escludere uno scenario di ulteriore rallentamento, che potrebbe portare Pechino ad annunciare un obiettivo di crescita compreso tra il 6 per cento e il 6,5 per cento per l’anno in corso.
Per prevenire una frenata dell’economia, il governo ha annunciato settimana scorsa nuove misure di stimolo, a cominciare da un taglio delle tasse.