Sea Watch, Salvini: “Non sono stato consultato. Non autorizzo niente”
II ministro dell'Interno ha criticato la decisione dei suoi alleati di governo di accettare la distribuzione dei migranti presenti a Malta
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha dichiarato di non essere stato consultato sulla redistribuzione dei migranti che si trovano a Malta e ha anche affermato che non ha intenzione di “autorizzare niente” (qui tutti gli aggiornamenti sulla Sea Watch).
“Serve subito un chiarimento nel governo. È ovvio”, ha proseguito Salvini.
“Buoni sì, fessi no”, ha detto ancora Salvini. “Malta ha dato l’ok, meglio tardi che mai”, dice il ministro dell’Interno che ribadisce di non aver dato alcuna autorizzazione affinché una parte dei migranti arrivi anche in Italia. “Le scelte si condividono. Le riunioni si organizzano prima”, sottolinea ancora Salvini, come riporta l’Agi.
Matteo Salvini, non nascondendo di essere irritato per la vicenda dei migranti, spiega che il governo non cadrà. “Lo dite tutti i giorni…”, dice ai giornalisti.
“Mentre col premier e col ministro dell’Interno polacco parliamo di protezione delle frontiere esterne dell’Europa e di sicurezza, leggo che a Bruxelles fanno finta di non capire e agevolano il lavoro di scafisti e Ong”, ha scritto il ministro su Twitter.
“Sono e rimarrò assolutamente contrario a nuovi arrivi in Italia. Continuo a lavorare per espellere i troppi clandestini già presenti sul nostro territorio. Cedere alle pressioni e alle minacce dell’Europa e delle Ong è un segnale di debolezza che gli italiani non meritano”.
Lo scontro nel governo – Il leader della Lega, che da settimane si rifiutava di accogliere i migranti presenti sulle navi umanitarie al largo di Malta, ha criticato la decisione del governo italiano di accogliere una parte dei profughi , aprendo un nuovo terreno di scontro con il vicepremier Luigi Di Maio e il premier Conte, suoi alleati.
Il capo del Viminale, che si trova in visita in Polonia, aveva inizialmente tenuto un discorso più generico sulla questione migranti, senza menzionare direttamente il caso Sea Watch e Sea Eye.
“Non sono d’accordo con nuovi arrivi, dobbiamo anzi velocizzare le espulsioni. La nuova Europa che nascerà a giugno sarà diversa. I singoli Stati devono poter proteggere i loro confini”, aveva dichiarato il ministro.
Lo scontro tra gli alleati di governo in realtà era iniziato già l’8 gennaio, quando il premier Conte aveva annunciato la sua intenzione di far sbarcare in Italia 15 migranti presenti sulle navi umanitarie. (Qui i dettagli sulla prima e vera crisi di governo)
Lo sbarco – Il 9 gennaio 2019 il governo de La Valletta ha autorizzato lo sbarco dei 49 migranti presenti sulle navi umanitarie Sea Watch 3 e Sea Eye, che dal 22 dicembre 2018 erano bloccate nel mar Mediterraneo in attesa di un porto sicuro dove poter sbarcare.
I migranti saranno redistribuiti in otto paesi europei, tra cui l’Italia, che dovrebbe accoglierne 15.
Prima di oggi nessun Paese aveva formalmente autorizzato l’attracco, Italia compresa. Malta aveva solo concesso alle due navi l’autorizzazione ad entrare nelle sue acque nazionali per ricevere assistenza, senza però permettere lo sbarco dei migranti.
Nei giorni precedenti si era intensificato il dialogo tra i paesi europei per trovare una soluzione alla situazione di stallo che si era creata nel Mediterraneo e l’8 gennaio Malta aveva dichiarato che nelle ore successive ci sarebbe stata una svolta.