Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 09:53
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » News

Natale senza messa per “obiezione di coscienza”: il parroco chiude la chiesa contro il decreto Salvini

Immagine di copertina

La clamorosa decisione di Don Paolo Farinella, parrocco della chiesa di San Torpete a Genova: "È un vero e proprio sciopero"

Da sabato 24 dicembre 2018 a sabato 5 gennaio 2019 la chiesa di San Torpete di Genova resterà chiusa per “obiezione di coscienza” contro il decreto Salvini.

La decisione è stata presa da un”prete di frontiera”, Don Paolo Farinella (qui raccontiamo chi è), che la definisce un “vero e proprio sciopero” contro il provvedimento “con cui il governo e il parlamento italiani nel silenzio totale dei cattolici e dei cristiani, alla vigilia di Natale, espellono dall’Italia quel Gesù di Nazareth di cui si vorrebbe celebrare la nascita”.

Il sacerdote non è nuovo ad iniziative del genere, lui che il “Natale moderno” lo vorrebbe abolire perché, come scrisse lo scorso anno “è strumento di un sistema economico assassino”.

Uno strumento, continua Don Paolo, “che fomenta lo sperpero, alimenta la falsità dei falsi sentimenti d’occasione (a Natale bisogna essere buoni) e illude perché tutto lo scempio delle ingiustizie, delle immoralità e del buonismo a buon mercato si ritualizza nel contesto di una religiosità blasfema”.

Per quest’anno la chiesa di San Torpete, nel cuore della città vecchia, resterà chiusa per le celebrazioni natalizie.

Stavolta, però, al centro dello “sciopero” di quello che per i genovesi è il “prete di frontiera” non c’è l’istituzione del Natale in quanto tale ma il significato del quale ormai la festività è stata svuotata.

Ogni migrante, per Don Paolo, è Gesù di Nazareth. Ogni migrante espulso è espellere quel Gesù di Nazareth di cui si vorrebbe celebrare la nascita.

Perché quel bambino al quale si inneggia nel presepe “è un profugo che scappa dalla polizia di Erode, ricercato per essere fatto fuori, emigrante in Egitto in cerca di salvezza e di fortuna, nato fuori dall’abitato perché nessuno lo voleva”.

Solo i pastori, gli emarginati “impuri” del tempo lo assistono, “mentre nel tempio di Gerusalemme splendono le luci e si elevano i canti al Dio dei cieli e compagnia cantando”.

Ti potrebbe interessare
News / Un servizio per chi è solo a Natale: dal 24 al 26 dicembre chiama Telefono Amico
Esteri / Bernie Madoff e lo schema Ponzi: muore a 82 anni il più grande truffatore della storia americana
News / L’italiana Alessandra Galloni sarà la prima donna a dirigere l’agenzia Reuters in 170 anni di storia
Ti potrebbe interessare
News / Un servizio per chi è solo a Natale: dal 24 al 26 dicembre chiama Telefono Amico
Esteri / Bernie Madoff e lo schema Ponzi: muore a 82 anni il più grande truffatore della storia americana
News / L’italiana Alessandra Galloni sarà la prima donna a dirigere l’agenzia Reuters in 170 anni di storia
Economia / I giovani lanciano gli Stati Generazionali: “Diamo voce a chi voce non ha”
News / In difesa dello “stupratore razzista Montanelli” (di Luca Telese)
News / Dillo con una poesia: oggi è la Giornata Mondiale della Poesia e questi versi vi faranno bene all’anima
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI