Procedura di infrazione per deficit eccessivo: cosa rischia l’Italia dopo la lettera della Commissione Ue
Procedura di infrazione per deficit eccessivo | Cos’è | Cosa significa
PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO – La procedura di infrazione per deficit eccessivo non è mai stata lanciata nella storia dell’euro ed è simile alla procedura per debito eccessivo che scatta per chi viola la soglia del 3 per cento e che colpì l’Italia ai tempi del governo Berlusconi.
Ma cos’è esattamente? Prevede una serie di duri target annuali per la riduzione del debito. Durerà almeno fino al 2024 e permetterà alla Commissione di monitorare costantemente le politiche di bilancio italiane. In caso di mancato rispetto degli obiettivi di rientro, scattano le sanzioni fra un minimo dello 0,2 per cento a un massimo dello 0,5 per cento del Pil e la sospensione dei fondi strutturali della Ue.
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Il 5 giugno 2019 la Commissione europea ha avviato il primo passo per richiedere la procedura di infrazione nei confronti del governo italiano [qui le motivazioni di Bruxelles].
Bruxelles sottolinea che la regola del debito “non è stata rispettata” nel 2018 e nel 2019 e non lo sarà nel 2020, e quindi “è giustificata” una procedura per debito eccessivo, ha scritto l’esecutivo Ue nel rapporto sul debito italiano. Un debito che, come sottolinea Bruxelles, “pesa per 38.400 euro ad abitante, oltre ai 1.000 euro a testa per rifinanziarlo”.
Procedura di infrazione per deficit eccessivo | Il rapporto sul debito
Nei conti italiani 2018 e 2019 – viene spiegato nel rapporto – c’è una “deviazione significativa” dagli impegni presi con la Ue, che “non cambierebbe se l’impatto di bilancio del programma straordinario di manutenzione delle strade (0,18 per cento del Pil) seguito al crollo del ponte Morandi e il piano per limitare i rischi idrogeologici dovuti al maltempo venisse considerato tra gli ‘eventi eccezionali’”.
Procedura di infrazione per deficit eccessivo | La lettera Ue
Il 29 maggio 2019 è arrivata la lettera della Commissione Ue al governo italiano per chiedere spiegazioni sul debito pubblico eccessivo. “Sulla base dei dati notificati per il 2018, è confermato che l’Italia non ha fatto progressi sufficienti per rispettare il criterio del debito nel 2018”, questo il richiamo della lettera di Bruxelles all’Italia.
Due giorni dopo è arrivata la risposta del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, accompagnata da un documento di 58 pagine nel quale si esaminano i fattori rilevanti che influenzano l’andamento del debito pubblico in Italia.
“Il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche tributarie”, ha scritto il ministro nella sua lettera di risposta (Qui il testo).
L’ultima parola spetta adesso alla Commissione, che dopo aver chiesto spiegazioni al Governo potrebbe chiedere agli Stati membri di aprire una procedura di infrazione o fare un passo indietro.
Procedura di infrazione per deficit eccessivo | Bocciatura manovra
La lettera inviata da Bruxelles è il primo passo per la procedura di infrazione nei confronti del governo italiano.
La Commissione europea aveva bocciato il 21 novembre 2018 la legge di bilancio italiana, presentata senza modifiche all’Ue nonostante una prima bocciatura. Qui abbiamo riassunto tutte le tappe che hanno portato alla bocciatura.
Per quanto riguarda la bocciatura della manovra, è successo ciò che tutti, governo in primis, si aspettavano.
TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SULLA PROCEDURA DI INFRAZIONE
PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO
La Commissione aveva già spiegato che la manovra del governo configurava una “inadempienza particolare grave rispetto alle regole Ue”, secondo quanto affermato dal vicepresidente responsabile per l’euro, Valdis Dombrovskis. “Per la prima volta al Commissione è obbligata a richiedere a un paese dell’area euro di rivedere il suo documento programmatico di bilancio. Ma non vediamo alternativa”.
L’Ue in quell’occasione, il 21 novembre 2018, aveva annunciato l’apertura di una procedura di infrazione per deficit eccessivo e violazione della regola del debito.
Procedura di infrazione per deficit eccessivo: in cosa consiste?
Dopo la prima bocciatura, il governo ha avuto 3 settimane di tempo per inviare un nuovo documento programmatico di bilancio sulla base delle regole europee e che ha ricevuto nuovamente il parere della Commissione il 21 novembre.
Le norme comunitarie stabiliscono che la Commissione debba presentare una propria opinione sui singoli bilanci nazionali entro la fine di novembre, motivo per cui era stata organizzata una riunione proprio per il 21 novembre.
Il governo ha deciso di non apportare alcuna modifica.
Il processo quindi potrebbe durare un paio di anni per poi concludersi con sanzioni in caso di mancato rientro del disavanzo eccessivo.
Si tratta di una procedura regolata dall’articolo 126 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
La procedura rientra nel patto di stabilità e crescita (PSC), un insieme di regole che governano il coordinamento delle politiche fiscali dei paesi dell’UE, il cui obiettivo è salvaguardare una finanza pubblica solida.
Il patto ha due “braccia”. Il braccio preventivo assicura che la politica fiscale dei paesi dell’UE sia condotta in modo sostenibile. Il braccio correttivo stabilisce quali azioni devono intraprendere i paesi nel caso in cui il loro debito pubblico o disavanzo di bilancio venga considerato eccessivo.
Secondo l’articolo 126, i paesi dell’Ue devono dimostrare una solida finanza pubblica e soddisfare due criteri:
- il loro disavanzo di bilancio non deve superare il 3 per cento del prodotto interno lordo (PIL)
- il debito pubblico (debito del governo e degli enti pubblici) non deve superare il 60 per cento del PIL
Se i criteri non sono soddisfatti, il Consiglio avvia una procedura di infrazione in base alle raccomandazioni della Commissione.
La procedura richiede al paese in questione di fornire un piano di azione correttivo e politiche corrispondenti, nonché le scadenze per l’implementazione delle stesse. I paesi della zona euro che non danno seguito alle raccomandazioni potranno essere multati.
Che cosa sono il debito pubblico e il rapporto deficit/Pil
Rapporto deficit/Pil – È il rapporto tra il deficit, ovvero la differenza annuale tra entrate e spesa dello Stato, e ricchezza prodotta, ossia il Pil.
Uno dei parametri introdotti dal Trattato di Maastricht come requisito necessario degli Stati membri dell’Ue è mantenere questo rapporto inferiore al 3 per cento. Significa che uno Stato può spendere più di quanto incassa, ma entro la soglia del 3 per cento della ricchezza prodotta.
Debito pubblico – Il debito pubblico è il valore nominale delle passività lorde di tutte le amministrazioni pubbliche di uno Stato. Ossia è la somma di denaro complessiva che uno Stato deve ad altri soggetti per colmare il disavanzo nel proprio bilancio. I deficit annuali accumulati dallo Stato vanno a comporre il suo debito pubblico.
Il debito viene solitamente messo in rapporto al Pil per comprendere se lo Stato è in grado di ripagare gli interessi e rimborsare il capitale in scadenza. Il debito pubblico italiano è di circa 2.300 miliardi di euro, ossia circa il 132 per cento del nostro Pil.