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Home » Esteri

Silvia Romano: nuove retate e arrestati nei villaggi a nord di Malindi

Immagine di copertina
Silvia Costanza Romano

Nella notte tra il 20 e il 21 novembre 2018 la volontaria italiana Silvia Costanza Romano è stata rapita nel villaggio di Chamaka, in Kenya.

La ragazza è originaria di Milano e lavora per Africa Milele Onlus, con sede a Fano, nelle Marche: l’associazione si occupa di progetti di sostegno all’infanzia nel paese africano.

Italiana rapita Kenya news | Arrestate decine di persone

Il 18 dicembre le forze di sicurezza del Kenya hanno compiuto diverse retate nei villaggi di Chira e Bilisa, a nord di Malindi, alla ricerca della cooperante italiana, Silvia Costanza Romano.

Gli agenti hanno arrestato decine di persone e altre sono state convocate dalla polizia, che pretende di avere informazioni utili: tra i fermati anche alcuni capi anziani dei villaggi. Gli investigatori temono che i due rapitori che non sono ancora stati trovati possano raggiungere la Somalia e consegnare la giovane italiana ai gruppi estremisti che operano nel paese.

Italiana rapita Kenya news | Arrestato uno dei tre rapitori

L’11 dicembre 2018 la polizia del Kenya ha arrestato uno dei tre rapitori della cooperante italiana Silvia Romano. L’uomo fermato si chiama Ibrahim Omar ed  è stato arrestato in una abitazione nel villaggio di Bangale, nella contea di Tana River. Nell’abitazione di Omar, secondo alcuni media, sono stati trovati un kalashnikov e 100 munizioni.

Italiana rapita Kenya news | Arrestato un alto ufficiale del Kenya Wildlife Service

La polizia del Kenya ha arrestato un alto ufficiale del Kenya Wildlife Service, il servizio parchi, nell’ambito delle indagini sul rapimento della volontaria italiana, Silvia Romano. A dirlo è l’emittente kenyota Ntv sul proprio sito. Alcuni giorni fa era stato arrestato un altro sergente del KWS, Abdullahi Bille, e di suo fratello, sospettati di legami con i rapitori.

Italiana rapita Kenya news | Moavero: “Italia attende la sua rapida liberazione”

Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha ricevuto il 3 dicembre 2018 alla Farnesina il vicepresidente della Repubblica del Kenya, William Ruto. Il ministro ha confermato “la forte aspettativa italiana al massimo e solerte impegno in vista della sua rapida liberazione, sottolineando quanto l’Italia tenga all’attenta tutela della sua incolumità”.

Italiana rapita Kenya news | Silvia Romano costretta “a indossare un niqab” dai suoi rapitori

Silvia Romano, la volontaria italiana rapita in Kenya, “è stata costretta a indossare un niqab” che lascia scoperti solo gli occhi, e i rapitori “le mettono sul viso e sulle mani” del fango per non farla riconoscere. Lo hanno detto all’Ansa alcune fonti. I sequestratori le hanno tagliato le treccine con un coltello. I suoi capelli sono stati ritrovati domenica scorsa nella foresta a nord di Malindi.

“È naturale che i rapitori abbiano fatto questo, perché si trovano in una zona a prevalenza musulmana caratterizzata dalla presenza di tribù di origini somale, tra cui gli ‘Orma’ a cui appartengono i sequestratori”, ha specificato la fonte.

Italiana rapita Kenya news | Silvia Romano è stata vista viva insieme ai suoi rapitori da alcuni residenti locali

La cooperante italiana rapita nel villaggio di Chakama, è stata vista con i suoi rapitori nel villaggio di Bombi, nel distretto di Kilifi, nell’est del Kenya. Lo riferisce la tv locale Ntv secondo cui gli abitanti del villaggio, non molto distante da Malindi, hanno confermato alla polizia di aver visto la ragazza due giorni fa entrare nella foresta con i suoi rapitori, tre uomini già identificati e ora ricercati.

Italiana rapita Kenya news | Il testimone: “I rapitori volevano un riscatto lampo”

I rapitori della volontaria italiana “volevano un riscatto lampo, ma Silvia non aveva soldi né il telefono. Qualcuno allora voleva lasciarla libera, ma gli altri si sono rifiutati”. Lo ha raccontato all’ANSA James, un ragazzo nigeriano testimone del rapimento della ragazza. “Silvia piangeva disperata, urlava ‘aiutatemi’ mentre veniva trascinata via dagli uomini armati. Erano almeno in 4, li abbiamo seguiti ma hanno iniziato a sparare per tenerci lontano. Noi avevamo solo i coltelli”. “Se fossero stati Shabaab somali o estremisti islamici avrebbero potuto fare tranquillamente una strage, uccidendo chiunque si fossero trovati davanti”. “La gran parte degli abitanti si trovava nella ‘guest house’ che sorge di fronte alla struttura, una delle poche non di fango nel villaggio, nella quale per anni sono stati ospitati volontari da tutto il mondo. “Bastava tirare una bomba lì” e non un ordigno a dir poco artigianale che hanno fatto esplodere in mezzo alla strada. James conferma, assieme al capo villaggio e tanti altri ragazzi, che Chakama “da anni non registrava alcun episodio di violenza. È un posto tranquillo”. Secondo gli abitanti “questo gruppo di criminali affamati di soldi facili ha scelto di colpire nel villaggio”. Secondo i testimoni oculari, il gruppo di rapitori dopo aver trascinato la ragazza a forza via dal villaggio “le ha intimato di pagare un riscatto immediato: le hanno detto di chiamare in Italia e di farsi dare i soldi. Ma il telefono era rimasto in casa, e lei non aveva neppure uno spicciolo”. Uno di loro “parlava inglese e traduceva agli altri” e quando hanno capito che non potevano avere i soldi subito “hanno pensato di liberarla, ma alcuni si sono rifiutati dicendo ‘che lo abbiamo fatto a fare allora?'”.

Italiana rapita Kenya news | La polizia “Siamo vicini ai rapitori”

“Ci stiamo avvicinando. Tutto indica che abbiamo quasi raggiunto i rapitori”, ha detto il comandante regionale della polizia Noah Mwivanda, intervistato dalla televisione Ntv.

La polizia del Kenya è fiduciosa di trovare la volontaria milanese ancora viva. Le ricerche sono andate avanti grazie alle rivelazioni ottenute dai tre sospettati che sono stati fermati dalla polizia. Le ricerche si stanno adesso concentrando in un territorio più circoscritto.

Italiana rapita Kenya news | Arrestata la moglie di uno dei ricercati

La polizia ha arrestato la moglie di uno dei tre uomini ricercati per il rapimento di Silvia Costanza Romano, secondo quanto riferito dal quotidiano Daily Nation.

Il coordinatore regionale Bernard Lemparamarai ha dichiarato che donna, Elima, era in contatto con il rapitore.

Gli agenti sono risaliti a lei dove aver tracciato una telefonato avuta con il marito, Said Adan Abdi, che sarebbe a capo del commando dei rapitori.

“Le stiamo interrogando per ottenere maggiori informazioni sull’ubicazione della vittima e sulle sue condizioni”, ha spiegato Lemparamarai subito dopo l’arresto, assicurando che la polizia si sta impegnando attivamente per ritrovare la volontaria.

Italiana rapita Kenya news I sospettati e la taglia

“Siamo ottimisti sul fatto che dovremmo essere in grado di trovare Silvia Romano nel piu’ breve tempo possibile”. Ad affermare queste parole è l’ispettore di polizia Joseph Boinett, conversando con i giornalisti. La notizia e’ riportata dal quotidiano keniota ‘Daily Nation’.

La polizia ha diramato le foto e posto una taglia su tre sospetti: Ibrahim Adan Omar, Yusuf Kuno Adan e Said Adan Abdi. La taglia è di circa 8.600 euro per chi fornirà informazioni utili per il loro arresto.

Italiana rapita Kenya news “Silvia Romano è viva”

“Silvia Romano è viva”. A riferirlo a Repubblica è il responsabile della polizia kenyana per tutti i distretti della costa Noah Mwivanda, che si dice convinto che la ventenne milanese stia bene. L’uomo descrive la caccia ai sequestratori che nella notte tra il 20 e il 21 novembre 2018 hanno rapito la giovane volontaria.

Il responsabile della polizia parla di un commando di otto rapitori che si sarebbero poi divisi e Silvia sarebbe stata affidata a un gruppo di tre persone. La certezza arriverebbe dalle rilevazioni degli “apparati tecnologici” utilizzati per le ricerche.

Italiana rapita Kenya news | Il rapimento 

Nella notte tra il 20 e il 21 novembre 2018 la giovane volontaria italiana di 23 anni Silvia Costanza Romano è stata rapita a Chakama, nel sud est del Kenya. (qui il suo profilo)

Alcuni uomini armati hanno fatto irruzione nel villaggio in cui la ragazza viveva aprendo il fuoco contro i residenti.

Cinque persone, tra cui due bambini di 10 e 12 anni, sono rimaste ferite nell’attacco terminato con il sequestro della volontaria italiana.

Secondo quanto riferito ai media internazionali da alcuni residenti, gli uomini che hanno attaccato il villaggio di Chakama erano pesantemente armati e parlavano tra di loro in somalo.

Per far luce sul rapimento, la procura di Roma ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di terrorismo ed è in contatto con il governo del Kenya per ritrovare la volontaria italiana.

Italiana rapita Kenya news | Gli arrestati 

Tre persone sono state arrestate il 23 novembre 2018 dalla polizia del Kenya per il rapimento di Silvia Costanza Romano, la ragazza italiana di 23 anni sequestrata a Chakama, in Kenya.

La notizia dell’arresto è stata data dal capo della polizia Joseph K. Boinnet, che scrive così su Twitter: “Ci hanno fornito informazioni molto importanti, siamo ottimisti”.

Il giorno prima, le forze dell’ordine hanno arrestato altre 14 persone. Gli uomini fermati dalle forze dell’ordine locali non sarebbero parte del gruppo che ha rapito la volontaria, ma avrebbero avuto dei contatti con i sequestratori.

A denunciare il gruppo sono stati i residenti del villaggio in cui viveva Silvia Romano: alcuni di loro sono stati anche linciati dagli abitanti perché ritenuti veri e propri complici del rapimento della giovane.

Inizialmente si sospettava che i responsabili del sequestro della ragazza italiana fossero i miliziani di al Shaab, un gruppo islamico molto attivo nella vicina Somalia e anche nello stesso Kenya.

Adesso però gli inquirenti stanno seguendo anche la pista della criminalità comune. Il capo della polizia locale ha dichiarato che dietro il rapimento potrebbe esserci “dei banditi” e non i jihadisti somali, anche se non si esclude nessuna pista.

Italiana rapita Kenya news | Il presunto rapitore

Il 22 novembre polizia del Kenya ha identificato il presunto rapitore di Silvia Costanza Romano: secondo quanto riferito dal quotidiano keniota Daily Nation, che cita a sua volta fonti locali, si tratterebbe di  Said Abdi Adan.

Malik Said Gasambi, un abitante del villaggio di Chakama in cui viveva Silvia Romano, ha raccontato ai giornalisti che Adan ha preso in affitto una casa nel villaggio insieme ad altre due persone qualche giorno prima del rapimento.

“Ho dato loro due stanze in cui hanno passato le notti a masticare Qat (pianta classificata come droga, nrd)”, ha raccontato l’uomo.

“Se ne sono andati a tutti, a sorpresa, dopo l’attacco, senza avvertire nessuno e senza fare rumore”, ha aggiunto.

Italiana rapita Kenya news | Il profilo

Silvia Costanza Romano, la ragazza di 23 anni rapita il 21 novembre 2018 nel sud est del Kenya, è originaria di Milano e lavora come volontaria per Africa Milele Onlus, con sede a Fano, nelle Marche: l’associazione si occupa di progetti di sostegno all’infanzia nel paese africano.

Sul suo profilo Facebook, si legge che Silvia Costanza Romano ha studiato presso la Unimed CIELS di Milano e ha lavorato come istruttrice di ginnastica artistica presso la S.G. Pro Patria, sempre a Milano.

Ad agosto ha pubblicato un post in cui scriveva di trovarsi in Kenya come volontaria in un orfanotrofio per conto della ORPHANS’s Dreams Onlus.

Italiana rapita Kenya news | Gli attacchi sui social 

Sono stati decine gli insulti sui social rivolti a Silvia Romano, la ragazza che da tempo svolgeva attività di volontariato nel continente africano.

“Non dico che se la è cercata, ma sapeva e doveva sapere che i rischi ci sarebbero stati. Nella vita ogni scelta ha una conseguenza e bisogna capirlo in tempo, se si è in grado”, si legge in un commento.

“Quanto ci costerà farla tornare a casa sua per sempre ma con obbligo di dimora e firma?”, scrive l’ennesimo utente mentre altri commentano: “Lasciatela lì, se è lì che è voluta andare”.

Nonostante le critiche negative di molti utenti, che hanno anche chiesto che non ci sia alcun intervento della Farnesina per salvare la ragazza, non sono mancate parole di solidarietà.

“Oramai tra i nostri cittadini è prevalso il senso di odio per ogni senso di carità cristiana. Questa ragazza è da ammirare perché mette al servizio di chi soffre la propria gioventù spero che venga rilasciata subito senza conseguenze”.

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